Un anziano vale 3 detenuti, una soldatessa 50. La bilancia degli ostaggi di Hamas

La tregua rischia già di impantanarsi per via di una crisi dell'ultimo minuto. Netanyahu accusa Hamas di tentare di estorcere nuove concessioni

Un anziano vale 3 detenuti, una soldatessa 50. La bilancia degli ostaggi di Hamas
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L'accordo tra Hamas e Israele, almeno sulla carta, è realtà da poche ore. Ora inizierà la fase più delicata della fase 1 che prevede lo scambio ostaggi-prigionieri tra le due parti. La fine della guerra è ancora molto lontana, sebbene i primi 42 giorni della tregua promettono di passare molto velocemente. Ma anche la tregua annunciata ieri dopo un'attesa al cardiopalma, oggi appare più fragile che mai.

I numeri dello scambio, così come le sue proporzioni, sono stati minuziosamente discussi e oggetto di trattative estenuanti. Hamas rilascerà 33 ostaggi del 7 ottobre 2023 in cambio di un numero di detenuti nelle carceri israeliane che si attesta attorno ai 1.200. Sulla bilancia della tregua le cinque soldatesse di cui Hamas diffuse un video straziante il primo giorno saranno scambiate ciascuna con 50 detenuti, per un totale quindi di 250. Ci sono, invece, 9 fra feriti e malati nella lista dei 33: loro saranno rilasciati in cambio di 110 palestinesi condannati all’ergastolo. Fra gli ultimi dettagli ancora in fase di definizione c'è però l'elenco delle centinaia di prigionieri palestinesi da liberare in cambio del rilascio degli ostaggi: Benjamin Netanyahu, questa matina, ha accusato la controparte di voler imporre i nomi di questi ultimi.

Questa tregua fragile rischia ora di impantanarsi sul dettaglio: l'ufficio del primo ministro israeliano denuncia quella che ha definito una "crisi dell'ultimo minuto", accusando Hamas di avere rinnegato parti dell'accordo nel tentativo di "estorcere concessioni dell'ultimo minuto". Il Gabinetto israeliano, dunque, non si riunirà per approvare l'accordo "finché i mediatori non comunicheranno a Israele che Hamas ha accettato tutti gli elementi dell'accordo", ha dichiarato l'ufficio di Netanyahu. La riunione del Gabinetto israeliano era inizialmente attesa per stamattina alle 11.00 ora locale, le 10.00 in Italia. Un funzionario di Hamas, Izzat al-Risheq, in un post su Telegram rilanciato da Al-Jazeera ha confermato l'impegno al rispetto dell'accordo. Hamas è "impegnato nel rispetto dell'accordo di cessate il fuoco" a Gaza, come delineato dai mediatori Qatar e Stati Uniti, ha affermato al-Risheq. L'improvviso slittamento nel voto potrebbe avere anche ragioni di politica: in mattinata si è riunito il partito del Sionismo religioso di Bezalel Smotrich, per discutere dell'opportunità di lasciare l'esecutivo una volta approvato il cessate-il-fuoco.

Nello scambio di prigionieri si è cercato di avere riguardo per l'età e le condizioni cliniche: le persone oltre i 50 anni che saranno rilasciate saranno scambiate ciascuna con tre detenuti - qualora si tratti di ergastolani - oppure con 27 detenuti per reati minori. Ancora non è stato fissato il numero di palestinesi che sarà rilasciato all’estero secondo le richieste di Tel Aviv: il governo Netanyahu, infatti, esige che questi ultimi non facciano ritorno in Cisgiordania.

Si prevede che Hamas rilasci due cittadini americani tra gli ostaggi che consegnerà alle autorità israeliane nella prima fase. I due ostaggi americani, Sagui Dekel-Chen e Keith Siegel, secondo fonti Usa. Siegel ha più di 60 anni e sua moglie, Aviva, è stata tra coloro che sono stati rilasciati in occasione del cessate-il-fuoco temporaneo del novembre del 2023.

Dekel-Chen ha compiuto 36 anni mentre era in prigionia e suo padre, Jonathan, ha riferito alla Nbc News che la sua famiglia non ha più sue notizie da circa un anno. Dekel-Chen era stato ferito durante l'assalto di Hamas del 7 ottobre 2023.

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