
Il 6 ottobre 1943 Heinrich Himmler e il 6 ottobre 2023 Yahia Sinwar dettero lo stesso ordine: uccidere i bambini ebrei. Sinwar aggiunse anche quello di rapirli. Himmler, parlando ai «gauleiter» nazisti, disse testualmente: «Non mi considererei giustificato se uccidessi gli adulti e poi permettessi ai loro figli di crescere e di cercare una vendetta sui nostri figli e i nostri nipoti. Abbiamo dunque preso la decisione di far sparire questo popolo dalla faccia della terra. Per chi deve adempiere a questo dovere, è il più difficile di tutti».
Non fu poi così difficile: un milione e mezzo di bambini e bambine furono uccisi in braccio alla madre o deportati in un mondo di botte e di stenti fino alla morte. Esattamente, non una virgola di più o di meno, come i bambini Bibas e gli altri bambini selezionati da Hamas in quanto ebrei: uccisi e rapiti. Niente altro che questo ha portato a inseguirli nei sentieri dei kibbutz, a dargli fuoco in casa coi fratellini, la famiglia, le nonne, a mutilarli davanti alle loro madri. I bambini Bibas furono rapiti solo per odio religioso. Il mondo non ha diritto di commuoversene mentre in tutto l’Occidente si riproducono senza risposta episodi di odio per gli ebrei, di menzogne ripetute: violenza ad Amsterdam, ferocia omicida in Australia, disprezzo nelle scuole di mezzo mondo verso gli studenti, rifiuto verso artisti e scienziati ebrei.
La memoria di Kfir e Ariel insieme a quella della mamma Shiri e di Oded Lipshitz, che ogni giorno portava i malati di Gaza agli ospedali israeliani, i corpi restituiti con una cerimonia paradossale e odiosa al padre Yarden, tornato per piangere dopo 500 giorni di sequestro, non appartengono all’umanità, ma al popolo ebraico e ai suoi soldati che hanno avvolto le piccole bare nella bandiera e hanno rischiato la vita per costringere Hamas a restituirli. Nessuno ha votato mozioni impositive all’Onu, le organizzazioni umanitarie e politiche come quelle femministe o per l’infanzia hanno tradito la mamma e i bambini Bibas. Gli ordini di Hamas ai 7mila uomini della Nukba differiscono da quelli nazisti solo nell’esibizionismo: i suoi orrori sono stati mostrati da Hamas stesso, mentre i nazisti li nascondevano per terrorizzare e per allargare la folle ondata di approvazione antisemita. Inoltre l’analogia col nazismo si blocca sulla impossibilità degli ebrei, allora, di reagire; oggi esiste Israele, con l’esercito, con la volontà di vivere e combattere. Ieri Netanyahu ha ripetuto che lo strazio subito impone una risposta definitiva: l’ha promessa. Il 7 ottobre ha messo Israele di fronte agli errori di sottovalutazione del passato. Terribili errori.
Quando le accuse antisemite lo hanno criminalizzato come colonialista, genocida, razzista, apartheid, Israele non si è intimidito.
Guterres, Biden, l’Ue, hanno tentato invano di fermarne la guerra di sopravvivenza. I sensi di colpa non funzionano più. Hamas nella barbara cerimonia cui hanno partecipato anche donne e bambini, che correvano dietro le ambulanze con le piccole bare, ha persino cercato di accusare Netanyahu di essere il responsabile della morte dei Bibas.
Ma la responsabilità, Israele lo sa bene, è del solo assassino, Hamas, che usa gli ostaggi e la sua gente come scudi umani, comunque siano andate le cose.
Anche i bambini palestinesi colpiti in guerra sono vittime di Hamas, che persino nelle loro camere, nei letti, ha nascosto i lanciamissili. Sono vittime collaterali della strategia di Hamas. Invece i bambini ebrei sono l’obiettivo specifico, il boccone squisito, la migliore vittima per terrorizzare. Ormai consapevole dell’orrore del nemico, Israele in questi mesi ha distrutto Hamas nella massima parte, ha ridotto gli Hezbollah senza testa e senza soldi, ha terrorizzato l’Iran, gli Houthi non osano farsi vivi, i presidi israeliani in Siria difendono da sorprese.
La promessa del governo ora fiancheggiato da Trump di liberare gli ostaggi tenendo in vista la distruzione di Hamas e la sua espulsione da Gaza, è impellente; quella presenza che dà la caccia ai bambini è troppo cocente. Israele vive, e vibra di dolore ma anche di indignazione.
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