Una raffica di droni provenienti dagli Houthi ha colpito "un obiettivo importante" nel porto di Eilat sul Mar Rosso in Israele con una serie di droni. A confermarlo, il portavoce militare del gruppo, il generale Yahya Saree, annunciando che "l'operazione militare contro il nemico ha raggiunto con successo i suoi obiettivi". Saree ha sottolineato che Houthi "stanno dalla parte del popolo palestinese e libanese che sta subendo l'aggressione israeliana", assicurando che le operazioni non si fermeranno fino a quando non avrà fine il conflitto a Gaza e in Libano.
L'attacco della Resistenza islamica in Iraq
Alcune ore fa la Resistenza islamica in Iraq (IRI) aveva affermato di aver effettuato due attacchi con droni contro obiettivi "vitali" nella città portuale di Eilat, nei territori meridionali occupati da Israele. Il gruppo ha affermato in una dichiarazione di sabato che gli attacchi sono stati effettuati come parte della continua lotta contro gli "occupanti" e "a sostegno del popolo della Palestina e del Libano". Gli attacchi sono stati effettuati anche in risposta agli atti di aggressione israeliani contro i civili, tra cui donne, bambini e anziani, ha aggiunto l'IRI nella sua dichiarazione. Il gruppo ha sottolineato che continuerà e intensificherà le sue operazioni militari contro il regime israeliano. Giovedì la Resistenza islamica aveva annunciato anche di aver colpito tre volte con droni un obiettivo chiave nei territori settentrionali occupati da Israele. Il gruppo ombrello, composto da diversi movimenti di resistenza iracheni, ha intensificato le sue operazioni anti-israeliane negli ultimi mesi a sostegno dei combattenti in Libano e a Gaza.
L'attacco su Haifa, razzi di segnalazione sulla casa di Netanyahu
Un sabato nero per Israele: due razzi di segnalazione sono stati lanciati questa sera contro l'abitazione del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, cadendo nel giardino interno. Né il premier, né nessuno dei familiari di Netanyahu si trovava in casa al momento dell'incidente. La polizia israeliana e l'agenzia per la sicurezza interna Shin Bet hanno aperto un'indagine. Il leader dell'opposizione Yair Lapid e il presidente di National Unity Benny Gantz hanno entrambi rilasciato dichiarazioni in cui condannano l'incidente e chiedono alle forze dell'ordine di "assicurare i colpevoli alla giustizia". Nel frattempo, il ministro della Sicurezza nazionale di estrema destra Itamar Ben Gvir ha dichiarato che “l’incitamento contro il primo ministro Benjamin Netanyahu supera ogni confine” e che l’incidente di questa sera “supera un’altra linea rossa”.
Questa sera colpita anche la sinagoga di Haifa, da un attacco missilistico sferrato dal sud del Libano. Lo riferisce l'Idf in una nota spiegando che almeno dieci missili sono stati lanciati verso Haifa. "Questo è un altro chiaro esempio di come Hezbollah prende di mira deliberatamente i civili israeliani" dal sud del Libano, ha annunciato l'esercito in un comunicato. Nell'attacco quattro persone sono rimaste lievemente ferite mentre fuggivano a ripararsi nei rifugi antiaerei. Gli Hezbollah hanno affermato di aver preso di mira cinque basi militari delle Idf a nord e vicino ad Haifa. In una nota di Hezbollah si legge che i combattenti hanno preso di mira una "base tecnica", la "base navale di Haifa", la base navale Stella Maris e altre due basi vicino a Haifa, una delle quali ospita "una stazione di servizio dell'esercito nemico israeliano". L'attacco è stato condotto con simultanei "lanci di missili", ha affermato il gruppo.
L'attacco di due giorni fa a Bab-el-Mandeb
I ribelli yemeniti filo-iraniani, due giorni fa, avevano attaccato due cacciatorpediniere statunitensi nello stretto di Bab-el Mandeb. Lo ha confermato il portavoce del Pentagono, Pat Ryder, durante un briefing con la stampa, aggiungendo che non sono stati registrati feriti tra il personale militare statunitense.
"Le navi Uss Stockdale e Uss Spruance sono state attaccate con droni e missili, i quali sono stati neutralizzati con successo", ha detto Ryder. Il portavoce del dipartimento della Difesa Usa ha invece smentito le dichiarazioni degli Houthi relativamente ad un presunto attacco contro la portaerei statunitense Abraham Lincoln.
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