L'offensiva imminente, i razzi da nord a sud e il nodo ostaggi: cos'è successo oggi tra Israele e Hamas

Nel quinto giorno di guerra, Israele prosegue nella sua campagna di bombardamenti e prepara l'ingresso dell'esercito nella Striscia con il supporto americano. Ancora aperta la questione degli ostaggi

L'offensiva imminente, i razzi da nord a sud e il nodo ostaggi: cos'è successo oggi tra Israele e Hamas
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Nel quinto giorno di guerra, Israele stringe la morsa attorno a Gaza, mentre le sirene continuano a suonare in tutto il Paese per i costanti lanci di missili dalla Striscia e dal sud del Libano. Gli Stati Uniti, intanto, tornano a far sentire la loro presenza nello scacchiere mediorientale.

La situazione sul campo: offensiva di terra imminente

Israele prosegue nella sua campagna di bombardamenti, colpendo un totale di 450 obiettivi di Hamas nella Striscia di Gaza. La casa del capo delle brigate al-Qassam, Mohammed Deif, è stata distrutta. Il ministro della Difesa Yoav Gallant ha dichiarato che l’offensiva di terra è imminente, mentre i soldati hanno continuato ad ammassarsi attorno all’exclave rimasta senza corrente dalle 14:00.

A nord, l’Idf ha colpito con un drone le postazioni di Hezbollah vicine al confine, dopo il lancio di un razzo anticarro contro un avamposto israeliano. Diverse infiltrazioni di miliziani di Hamas dal confine sono stare respinte e attacchi missilistici contro Tel Aviv e altre città non hanno causato vittime. Missili sono stati sparati anche dalla Siria, ma sono caduti prima di colpire i loro bersagli o sono finiti in zone disabitate

Lo scacchiere politico: governo di emergenza e la presenza statunitense

Il primo ministro Benjamin Netanyahu e il leader dell’opposizione Benny Gantz hanno trovato l’accordo per formare un governo di unità nazionale. I partiti più estremisti sono stati esclusi dall’esecutivo e si è deciso per lo stop alla riforma della giustizia. Le elezioni locali sono state rinviate di almeno tre mesi.

Nello Stato ebraico è atterrato il primo aereo americano carico di aiuti militari. Il presidente Joe Biden ha confermato il suo supporto totale a Israele e ha riferito di non aver detto a Netanyahu di trattenere la risposta militare alla brutale incursione a Gaza.

Nel frattempo, il gruppo d’attacco della portaerei Uss Gerald R. Ford è arrivato al largo delle coste israeliane, raggiunto in giornata da una fregata della marina greca. La sua presenza serve da deterrente a possibili interventi esterni nella guerra tra Hamas e Israele. Inoltre, pare che si stia discutendo l’invio delle forze speciali per il recupero degli ostaggi statunitensi rapiti dai terroristi

Vittime e ostaggi: il tragico costo della guerra

Il bilancio delle vittime è arrivato a 1200, per la maggior parte civili. I feriti sono 2.700. Negli insediamenti liberati dalle forze israeliane si stanno ancora radunando i cadaveri. Alcuni sono stati bruciati, rendendoli irriconoscibili. L'esercito ha ammesso di non avere ancora un numero preciso dei morti per quanto riguarda alcune delle 20 località assalite dai terroristi.

Le persone rapite dovrebbero essere 150, ma anche in questo caso non si conosce la cifra esatta.

Il primo ministro di Parigi Elisabeth Borne ha confermato che tra gli ostaggi vi sono anche dei bambini francesi. Gli americani in mano ad Hamas sarebbero 22. Non si hanno ancora notizie dei tre italiani dispersi dopo l'attacco di Hamas.

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