Kiev dilaga a Kursk. Con l'ok della Ue

Gli ucraini avanzano e sono a un passo dalla conquista del gasdotto per l’Europa

Kiev dilaga a Kursk. Con l'ok della Ue
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L’Ucraina dopo tre giorni di combattimenti ha aperto un fronte in Russia, e nonostante Mosca tenti di minimizzare l’operazione di campo, le truppe di Kiev stanno facendo il bello e il cattivo tempo nella regione di Kursk.

Ieri la 58esima Brigata Vyhovskyj è arrivata a Sudzha, 11 km oltre il confine. I soldati del colonnello Shevchuk non hanno praticamente trovato opposizione e stanno per mettere le mani sulla stazione di misurazione di uno dei gasdotti più strategici dell’est, quello che rifornisce l’Europa occidentale.

Lo scenario spinge in alto le quotazioni del gas, che tocca quota 40 euro (+5%) al megawattora. L’attacco sembra stato messo in atto nel tentativo di distrarre le unità russe dalla prima linea nel Donbass. Non è un caso che proprio ieri il ministro della Difesa di Mosca Belousov abbia ordinato ad alcuni battaglioni di combattenti Wagner, dislocati nel Mali e nel Kharkiv, di rientrare alla base per supportare la difesa di Kursk. Kiev risponde a sua volta chiamando il 151° battaglione Konotop a sostegno della Vyhovskyj. È il nuovo fronte voluto da Syrsky per scrollarsi di dosso truppe russe nelle zone più calde, e da Zelensky per avere qualcosa di importante da mercanteggiare quando si arriverà a un tavolo di trattative col Cremlino.

Il piano militare ucraino è penetrare ulteriormente nel territorio russo, arrivando almeno fino a Martynovka e Bolshoe.

Fonti vicine all’esercito di Mosca parlano addirittura di combattimenti in corso nei distretti di Korenevsky e Lgov, a 28 km a nord di Sudzha. Tutto dipenderà dalla capacità di reazione di Mosca, apparsa al momento molto scoordinata. Gerasimov invia ai media filo-governativi messaggi infarciti di narrazione, sostiene di avere stanato il nemico, ma viene smentito in maniera impietosa da foto e video che circolano sui social di località bombardate (persino un monastero ortodosso a Gornal) e altre immagini di soldati russi fatti prigionieri. Ai giornalisti di Mosca non è consentito parlare della possibile avanzata ucraina verso Kurchatov, dove si trova la centrale nucleare, così come non si può raccontare che il 6 agosto gli ucraini sono passati accanto alle roccaforti dell'unità cecena Akhmat, che avrebbe dovuto difendere il confine. Putin, furioso, ha chiesto chiarimenti a Kadyrov.

Il vicegovernatore della regione Belostotsky ha riferito che sono tremila i civili evacuati dalle aree dei combattimenti.

Della questione parla anche Medvedev, chiedendo all’esercito «di schiacciare gli ucraini, marciare su Kiev e spingersi oltre», mentre l’Europa, attraverso il portavoce Stano, avvalla quella che la stampa ucraina chiama «Operazione Sudzha», invitando Kiev a esercitare «il diritto di difendersi e attaccare il nemico, anche sul suo territorio». E il presidente della commissione per la difesa del Bundestag, Markus Faber, non vede alcun problema se l'Ucraina utilizzerà armi tedesche per avanzare in Russia. Gli Usa sostengono di non essere stati avvisati, e il ministro degli Esteri cinese Wang Yi si augura che il nuovo fronte «non finisca per provocare una pericolosa escalation».

Nel frattempo i primi caccia F-16 hanno sorvolato il distretto di Kakhovka nel Kherson, ma il comandante dell’aviazione Oleshchuk non ha impartito alcun ordine

d’attacco. Per il governatore filorusso Filipchuk si tratterebbe di un’operazione dimostrativa «per seminare il panico», e ha invitato la popolazione a mantenere la calma. «Gli F-16 verranno tutti abbattuti e distrutti» dice.

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