Kiev, sogno Nato. Occhi su Vilnius per iniziare con l'adesione

Il sogno, mai celato, di Kiev è quello di avere il via libera per l'ingresso nella Nato già nel vertice dell'Alleanza in programma a Vilnius l'11 e il 12 luglio

Kiev, sogno Nato. Occhi su Vilnius per iniziare con l'adesione
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Il sogno, mai celato, di Kiev è quello di avere il via libera per l'ingresso nella Nato già nel vertice dell'Alleanza in programma a Vilnius l'11 e il 12 luglio. Ma più concretamente, quello su cui si punta veramente è che perlomeno venga avviata la procedura. Come spiegano fonti ucraine infatti, il vertice sarebbe un ottimo pretesto per rispondere a una domanda che è ormai stata ufficialmente posta da mesi e un invito ufficiale rappresenterebbe un primo, ma assai concreto, per arrivare a dama.

Del resto l'adesione alla Nato di Kiev è un nodo focale per il conflitto in corso ma anche per gli equilibri geopolitici attuali e futuri. Da una parte, la Russia strilla al complotto, giustificando l'invasione dell'Ucraina (anche) con un presunto accerchiamento dell'Alleanza nei confronti di Msoca. E l'ingresso dell'Ucraina sarebbe uno smacco enorme al Cremlino. Non solo. Secondo statuto infatti, se un qualsiasi Paese membro viene attaccato, tutti gli altri si schierano in automatico a sua difesa. Non soltanto, come oggi, con la fornitura di armi, munizioni e supporto logistico ma con un intervento diretto nel conflitto sul campo. C'è chi sostiene che con Kiev nell'Alleanza, la terza guerra mondiale diventerebbe realtà. C'è chi invece pensa che una Nato ampliata ai limiti dei confini russi rappresenterebbe un deterrente e una sorte di pax obbligata anche per chi di pace nemmeno vuol sentirne parlare. E così, dal conflitto quello vero, si passa a quello diplomatico.

L'Ucraina, ovviamente, spinge per avere le spalle coperte. Da tempo il presidente Zelensky si appella agli alleati. Ma sa bene che un ingresso del suo Paese non potrà esserci se non a determinate condizioni. «Comprendiamo che non diventeremo un membro della Nato, mentre la guerra è in corso. Non perché non lo vogliamo, ma perché è impossibile», ha detto nei giorni scorsi, consapevole che nessuno tra i Paesi nato voglia davvero una guerra globale. Il ministro degli Esteri Kuleba che aggiunge: «Dopo la guerra, sarebbe un suicidio per l'Europa non accettare l'Ucraina come membro della Nato».

Ecco perché il vertice di Vilnius diventa centrale: un primo sì a Kiev potrebbe rappresentare una svolta verso eventuali trattative. O la definitiva escalation. Servono mentre fredda e prudenza. Il futuro di tutti passa da Kiev e da Mosca. Ma anche da Vilnius.

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