“Libereremo Bakhmut”. La dichiarazione di Volodymyr Zelensky è arrivata dopo la conclusione del suo colloquio con il presidente americano Joe Biden. “Penso che liberemo anche altre due città. Non rivelerà quali, mi dispiace. Abbiamo il piano, è molto, molto completo”. La fortezza dell’Ucraina orientale è stata a lungo un obiettivo di Kiev dopo la sua caduta nelle mani dei russi.
Ai microfoni della Cnn, Zelensky si è mostrato sicuro e ha ricordato che tutto il denaro speso per gli investimenti statunitensi nella sicurezza dell’Ucraina e “nella protezione globale della libertà” sta funzionando. Il capo di Stato ha sostenuto anche che gli aiuti militari americani hanno demoralizzato il presidente Vladimir Putin, che è costretto “a umiliarsi intrattenendo personalmente una delegazione di Pyongyang e cercando di ottenere il favore di Teheran. Ciò dimostra la sua evidente debolezza”. La resistenza degli ucraini è stata descritta da Zelensky come “la più forte mai incontrata dalla dittatura russa”, anche grazie “alle cose straordinarie fatte dagli americani su chiamata del loro cuore”.
L’incontro con Biden è stato molto proficuo. Il presidente americano ha confermato al leader di Kiev che “noi siamo accanto a voi e resteremo accanto a voi”, annunciando che i primi carri M1A1 Abrams arriveranno al fronte la settimana prossima. Ha inoltre rassicurato Zelensky sull’approvazione del nuovo pacchetto di aiuti. “È proprio ciò di cui le nostre truppe hanno bisogno adesso”, ha commentato il capo di Stato ucraino. “Grazie mille al presidente, grazie per questi 575 giorni”.
Al termine del bilaterale, Zelensky ha annunciato anche il raggiungimento di un accordo per con Washington per l’esportazione di grano dal suo Paese, ma la novità più importante è arrivata dal settore della difesa: l’Ucraina avvierà la produzione di armi congiunta con gli Stati Uniti. “L’accordo a lungo termine: lavoreremo insieme affinché l'Ucraina produca le armi necessarie insieme agli Stati Uniti”, ha commentato il leader di Kiev. “La coproduzione nel settore della difesa con gli Stati Uniti è un fatto storico”. Nessuna svolta, invece, sul fronte delle armi a lungo raggio, in particolare i missili Atacms, ma Zelensky si è detto positivo: “Sarà come con gli F-16. Stiamo lavorando su questo tema da molto tempo e con impegno. Capiamo cosa succederà e arriverà il momento in cui tutti lo vedranno”.
Una volta lasciata Washington, il presidente ucraino si è recato in Canada per una visita a sorpresa. È stato accolto all’aeroporto dal premier Justin Trudeau, pronto a sfruttare l’arrivo di Zelensky come un’occasione per “continuare a costruire sul nostro sostegno all'Ucraina e al popolo ucraino mentre loro lottano contro gli effetti della brutale guerra di invasione della Russia”.
“Il Canada rimane saldo nel sostegno al popolo ucraino che combatte per la propria sovranità e democrazia, e per i nostri valori condivisi come il rispetto dello stato di diritto, della libertà e dell'auto-determinazione”, ha dichiarato ancora Trudeau. Dopo l’incontro con il capo di Stato, Zelensky terrà un discorso davanti al parlamento canadese, per poi recarsi a Toronto.
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