La tensione tra la Russia e la Nato non accenna a calare. La decisione degli Stati Uniti di schierare missili a lungo raggio in Germania ha portato a un ulteriore inasprimento della retorica di Mosca, che ha accusato il blocco occidentale di aver fatto un altro passo verso l’escalation.
“La cosa principale è che questi missili stanno già colpendo il nostro territorio. Non dimentichiamo che Lugansk, Donetsk, Kherson e Zaporizia sono tutti territori della Federazione”, ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov. “Per quanto riguarda l’aumento di questa distanza, questa è una pura provocazione, un nuovo, molto pericoloso ciclo di escalation della tensione”. Giovedì 11 luglio, il viceministro della Difesa russo Sergei Ryabkov ha affermato che Mosca svilupperà “una riposta militare alla nuova minaccia” qualora le forze armate americane dovessero effettivamente posizionare vettori ipersonici, Tomahawk e SM-6 nel territorio della Repubblica federale.
Stando al programma presentato dagli Usa durante il vertice di Washington, si inizierà con “dispiegamenti episodici” nel 2026, per poi proseguire con “uno stazionamento duraturo”, che evidenzierà l’impegno “degli Stati Uniti verso la Nato e il loro contributo alla deterrenza europea”. Oltre a questo nuovo sviluppo, ad alimentare le tensioni tra i due blocchi vi è anche la questione legata alle autorizzazioni concesse dai governi occidentali a Kiev per quanto riguarda l’utilizzo di armi occidentali contro obiettivi nel territorio russo.
Durante un bilaterale nella capitale americana con Joe Biden, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato che “servono misure rapide per togliere le limitazioni imposte ai nostri soldati”. L’amministrazione statunitense ha infatti concesso a Kiev la possibilità di attaccare obiettivi solo nelle regioni russe confinanti con il Paese invaso. Vi è anche il nodo Gran Bretagna.
Il neo-eletto premier Kier Starmer ha annunciato pubblicamente che Londra ha autorizzato l’esercito ucraino a utilizzare i missili Storm Shadow per colpire bersagli all’interno della Russia, una mossa che ha suscitato le ire del Cremlino e che è stata definita da Dmitri Peskov un “passo irresponsabile verso una pericolosa escalation”.
Nel giro di due giorni, è arrivata la smentita da parte di fonti della Difesa citate dal The Telegraph, che si sono dette “deluse” dal fatto che il primo ministro laburista abbia permesso la diffusione di tali dichiarazioni. “Dal punto di vista della sicurezza operativa, meno si dice sulle cose che si potrebbero fare, più sono efficaci”, hanno dichiarato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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