
È passato il terzo anniversario del conflitto in Ucraina. Tre anni dal giorno in cui la Russia ha attaccato il Paese, riportando dopo più di mezzo secolo la guerra sul suolo europeo. Una realtà che Nicola Porro ha sottolineato nella sua intervista ad Olena Zelenska, la first lady di Kiev, durante la trasmissione Quarta Repubblica.
La moglie del presidente Zelensky ha parlato in un momento complesso per l’Ucraina, messa da parte nelle prime fasi dei colloqui di pace, che hanno visto sedute al tavolo le delegazioni di Mosca e Washington, e forse non più la “favorita” dell’opinione pubblica occidentale. Una possibilità, questa, per cui Olena Zelenska ha detto di non provare paura, ma “rabbia, tristezza e voglia di combattere per la vita”. “Noi abbiamo paura quando sugli ospedali pediatrici arrivano i missili. Io ho paura quando ci sono le sirene, quando non so dove sono i miei figli e non riesco a contattarli. Ecco, questa è la paura”, ha spiegato la moglie del presidente ucraino.
Nicola Porro ha anche posto l’accento sull’ipotesi che, con Donald Trump alla Casa Bianca, vi possa essere un cambiamento della narrazione. Il leader di Washington ha usato parole molto dure verso il suo omologo ucraino e queste potrebbero gettare le basi per un racconto di un Paese invaso “aggressivo, che non vuole rinunciare a nulla per avere una guerra continua”. Un concetto che Olena Zelenska ha definito come “perdita della morale” e “una situazione pericolosa per tutti, innanzi tutto per i Paesi dove ora c’è la pace”. Secondo la first lady di Kiev, per il suo popolo “fermarsi significa morire” e, visto quanto è costato questo conflitto, sarebbe sbagliato mettere un’improvvisa parola fine “quanto tutti noi percepiamo che la vittoria potrebbe essere vicina”.
La guerra, però, non vede coinvolti solo i soldati e non si svolge solo lungo le linee di trincee, fortificazioni e campi minati. Le autorità di Mosca, infatti, hanno deportato centinaia di bambini sia nelle regioni della Federazione, sia nei territori occupati in Crimea e nel Donbass. Sarebbero ben 19mila secondo quanto dichiarato da Olena Zelenska, che si è occupata in prima persona di questa tragedia nella tragedia. “Il sistema ucraino ha perso tutte le informazioni riguardo a questi bambini”, ha spiegato. “Dalla Russia non ne arrivano. Fino ad ora siamo riusciti a farne tornare mille in modi diversi, ma dobbiamo fare in modo di riportarli tutti a casa”. Il problema principale, come ha osservato la first lady di Kiev, è che i piccoli vengono inseriti in scuole russe, dove vengono indottrinati “e cambiano il pensiero sull’Ucraina, su loro stessi come cittadini e ucraini, la loro personalità e spesso anche la traslitterazione del nome. Questo rende ancora più difficile trovarli e più restano là fuori, più vengono indottrinati.
Nicola Porro ha chiuso l’intervista con una domanda su una delle dichiarazioni più recenti del presidente Zelensky, che ha ventilato la possibilità di sue dimissioni in cambio dell’ingresso dell’Ucraina nell’Onu. Olena ha ammesso che il marito non ne ha parlato con lei, ma ha anche sottolineato il fatto che “lui non ha intenzione di fare il presidente tutta la vita”.
“Il suo compito, che mette davanti anche a sé stesso, è dare garanzie di sicurezza all’Ucraina, che devono esserci perché lui lasci il suo posto da presidente. Se un posto all’interno della Nato diventerà questa garanzia, allora potrebbe sicuramente farlo”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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