"Putin può attaccare la Nato": la rivelazione del capo degli 007 tedeschi

Il direttore del servizio di intelligence esterna tedesca (Bnd), Bruno Khal ha avvertito che l'obiettivo di Putin è quello di ristabilire l'antico potere e splendore della Grande Russia

"Putin può attaccare la Nato": la rivelazione del capo degli 007 tedeschi
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Vladimir Putin? Può ancora sferrare nuove offensive. Anche contro la Nato. È questa l'opinione di Bruno Khal, direttore del servizio di intelligence esterna tedesca (Bnd), secondo cui l'obiettivo del presidente russo sarebbe quello di ristabilire l'antico potere e splendore della Grande Russia. Analisi del genere sono state fatte più volte nel passato, soprattutto durante il primo anno di guerra in Ucraina, anche se col senno di poi si sono rivelate fin troppo eccessive considerando la realtà. In ogni caso, sembra che la preoccupazione per le future mosse di Putin sia tornata in auge ormai da qualche settimana.

Le prossime mosse di Putin

"Se l'Occidente non mostrasse una chiara volontà di difendersi, non ci sarebbe più alcun motivo per Putin di non attaccare la Nato", ha affermato chiaramente Khal nel corso di un'intervista alla rivista Focus, come riportato da Zdf. "Se l'Ucraina fosse costretta ad arrendersi, questo non placherebbe la sete di potere della Russia", ha spiegato lo stesso Kahl. "Sarebbe terribile se questa volontà di usare la forza dovesse prevalere in politica estera e l'Europa dovesse capitolare", ha quindi avvertito il capo dei servizi segreti tedeschi.

Khal si è anche detto scettico su un cambiamento di potere in Russia, spiegando che Putin "è saldamente in sella" e "anche se dovesse cadere da una finestra o farsi male in altro modo, ci sarebbero abbastanza persone che la pensano esattamente come lui e perseguirebbero le stesse politiche". Inoltre, per il direttore del Bnd, non c'è alcuna indicazione che questa situazione possa cambiare da un giorno all'altro, ad esempio attraverso forze legittimate democraticamente.

La situazione in Ucraina

In Ucraina, intanto, si continua a combattere anche se i riflettori sono puntati sul giallo dell'Il-76 russo precipitato a Belgorod, con a bordo oltre 60 militari ucraini prigionieri e sei membri dell'equipaggio, oltre a agenti della polizia militare, tutti morti nello schianto. Il Comitato investigativo della Federazione Russa ha aperto un'indagine per terrorismo. Per Putin che sia stato commesso per negligenza o con dolo, l'abbattimento dell'aereo resta comunque "un crimine".

Secondo il capo del Cremlino, le forze di Kiev hanno abbattuto il velivolo pur sapendo che trasportava prigionieri ucraini. Gli investigatori russi sostengono che il lanciatore si trovava nella regione di Kharkov. "Con l'aiuto di apparecchiature radar oggettive per il controllo dello spazio aereo è stato stabilito che il sistema missilistico di difesa aerea utilizzato per colpire l'aereo da trasporto militare è stato schierato nel villaggio di Liptsy", si legge su un comunicato della commissione di inchiesta pubblicato su Telegram.

I resti umani scoperti durante le indagini "vengono raccolti secondo la procedura stabilita per i test del Dna. Le prove già consegnate includono documenti che dimostrano l'identità dei membri dell'esercito ucraino uccisi nell'incidente e la documentazione di supporto rilasciata dal servizio penitenziario federale russo". L'abbattimento è stato il 24 gennaio, a pochi chilometri dal villaggio di Yablonovo, nella regione di Belgorod.

Secondo il ministero della Difesa russo, come detto, a bordo dell'aereo c'erano sei membri dell'equipaggio, ufficiali della politica militare e più di 60 membri del servizio militare ucraino prigionieri. Tutti sono rimasti uccisi nello schianto.

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