Ucraina, Mosca minaccia una "risposta brutale" se le armi occidentali colpiranno la Russia

In occasione del vertice media dei Brics, il ministero degli Affari Esteri russo torna con veemenza sulla questione degli attacchi di Kiev sul territorio della Federazione. Altissima la tensione anche sui reporter di guerra

Ucraina, Mosca minaccia una "risposta brutale" se le armi occidentali colpiranno la Russia
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Dal 13 al 17 settembre Mosca ospiterà il BRICS Media Summit, l'evento che riunisce i responsabili dei principali organi di stampa degli stati membri del gruppo e dei Paesi che hanno fatto domanda per entrare a far parte dei Brics. L'agenzia di stampa Tass è l'organizzatore del summit e, nemmeno a dirlo, la battaglia contro l'Occidente la fa da padrona.

Mosca avverte l'Occidente

La questione dei armi occidentali a lungo raggio per colpire il territorio russo continua a monopolizzare l'intera narrazione della guerra in Ucraina nelle ultime settimane, con Mosca che seguita a ribadire che l'autorizzazione a utilizzare forniture occidentali equivale a un ingresso della Nato in guerra: "Chi si oppone a noi a Washington, Londra e altrove, sta chiaramente sottostimando il grado di pericolo del gioco che continua a fare", ha affermato il viceministro degli Esteri russo, Sergei Ryabkov.

La risposta di Mosca al via libera americano a Kiev per colpire con missili in profondità in territorio russo "sarà brutale", ha aggiunto, precisando che, secondo la Russia, la decisione è già stata presa e i dovuti segnali sono stati trasmessi alle forze di Kiev. Vladimir Putin su questo "ha già detto tutto. Noi risponderemo in modo brutale. C'è un elemento di rischio serio perché i nostri oppositori a Washington, Londra e altrove stanno sottostimando il grado di pericolo del gioco che continuano a fare", ha sottolineato.

Il pressing britannico

Sulla vicenda, intanto, c'è il placet e il pressing sui Paesi Nato anche da parte di Londra. La disputa sull'uso di missili a lungo raggio in Russia va a beneficio di Putin. A dirsene convinto è l'ex ministro della Difesa britannico, Ben Wallace. "Tutti questi ritardi, questo braccio di ferro favorisce la Russia e consente a Putin di approfittarne per fare minacce, mettere nuove linee rosse, e compiere nuovi sforzi per dividere la comunità internazionale", ha dichiarato alla Bbc. "Putin è un prepotente e perché un prepotente abbia successo non deve far altro che intimidire la gente e bloccarla. Così ci porta a modificare il nostro atteggiamento".

Il presidente russo Putin aveva dichiarato in precedenza che l'Ucraina non sarà in grado di colpire in profondità nel territorio russo senza l'aiuto dell'Occidente, poiché necessita di intelligence da satelliti e missioni di volo per farlo. Il leader russo ha anche osservato che i paesi della Nato non stanno semplicemente discutendo del possibile uso da parte di Kiev di armi occidentali a lungo raggio, ma stanno essenzialmente decidendo se impegnarsi direttamente nel conflitto ucraino.

Le sanzioni ai media e lo scontro sui reporter

Quanto al tema per cui i Brics sono riuniti nell'assise di Mosca, è tornata alla carica la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova: a suo dire le sanzioni che gli Stati Uniti hanno deciso di imporre all'emittente russa Rt sono "un atto di aggressione": lo ha detto riferendosi alle accuse che ieri il segretario di Stato Usa Antony Blinken ha mosso all'emittente e ai suoi dipendenti. Sostiene Zakharova. "Questi attacchi hanno letteralmente sfiorato l'aggressione vera e propria, informatica e fisica, nelle ultime due settimane", aggiungendo che le dichiarazioni espresse ieri a Washington sono completamente infondate e hanno motivazioni politiche.

Le sanzioni si riferiscono in particolare alle interferenze nelle elezioni politiche dei Paesi, in particolare della Moldavia. Hanno colpito l'agenzia Rossiya Segodnya e il suo direttore generale e presentatore televisivo Dmitry Kiselyov. Inoltre, sono state imposte sanzioni all'organizzazione non commerciale autonoma Evrazia e al suo capo Nelli Parutenko, e anche all'organizzazione non commerciale autonoma TV-Novosti.

Le tensioni suoi media e i giornalisti giungono nelle stesse ore in cui la giornalista italiana della Rai Stefania Battistini è stata inserita nella lista dei ricercati da parte del ministero degli Interni russo, per aver attraversato illegalmente il confine russo nella regione di Kursk mentre stava seguendo le truppe ucraine che erano entrare in

territorio russo. L'Fsb ha aperto un procedimento penale contro Battistini e altri giornalisti di altre nazionalità con l'accusa che "i materiali diffusi dai giornalisti hanno distorto i fatti, capovolgendo la realtà".

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