Ogni eventuale istruttore militare francese in Ucraina sarà considerato dalle forze del Cremlino alla stregua di un "obiettivo legittimo". Lo ha detto chiaramente il ministro degli Esteri della Russia, Sergej Lavrov, nel corso di una conferenza stampa congiunta organizzata nella Repubblica del Congo insieme al suo omologo Jean Claude Gakosso. "Per quanto riguarda gli istruttori francesi penso che siano già sul territorio ucraino", ha detto Lavrov, riferendosi agli addestratori che la Francia potrebbe presto inviare sul territorio ucraino per addestrare le truppe di Kiev. "A prescindere dal loro status, ufficiali militari o mercenari rappresentano un obiettivo legittimo per le nostre forze armate", ha aggiunto l'alto funzionario del Cremlino.
Il messaggio della Russia
Il messaggio di Lavrov non è il primo di questo genere inviato da Mosca all'indirizzo dell'Occidente, in primis alla Francia. Nelle scorse ore il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, aveva dichiarato che, indipendentemente dal loro Paese di origine e provenienza, gli addestratori stranieri in Ucraina non sarebbero stati immuni agli attacchi russi nei loro confronti. In precedenza Vladimir Putin in persona aveva commentato alcuni documenti riguardanti la presenza di istruttori francesi nei centri di addestramento ucraini. "Gli specialisti (occidentali ndr) sono in Ucraina sotto le spoglie di mercenari", aveva affermato il presidente russo ipotizzando.
Il comandante supremo dell'Ucraina ha dichiarato la scorsa settimana di aver firmato i documenti che consentono agli istruttori militari francesi di accedere presto ai centri di addestramento ucraini. Dal canto suo il presidente francese Emmanuel Macron ha spiegato di non voler commentare "voci o decisioni che potrebbero essere prese" da Parigi.
Secondo quanto riportato da Le Monde, Macron vorrebbe nello specifico formare una coalizione europea di addestratori militari da spedire in Ucraina. Le consultazioni sull'argomento accelereranno nei prossimi giorni, in vista di un possibile annuncio in occasione della visita del presidente ucraino Volodymyr Zelensky in Francia per celebrare l'80esimo anniversario dello sbarco in Normandia, il 6 e 7 giugno.
Il viaggio di Lavrov
Lavrov ha lanciato l'ennesimo avvertimento russo nei confronti del blocco occidentale direttamente dall'Africa. Negli ultimi anni, diversi Paesi africani hanno espresso una crescente frustrazione nei confronti dei loro tradizionali partner occidentali, come Francia e Stati Uniti. Alcuni di loro si sono addirittura rivolti alla Russia per cercare aiuto nella lotta alle insurrezioni islamiche.
In ogni caso, Lavrov, dal continente africano, ha parlato di vari dossier. Ha, ad esempio, invitato le parti in conflitto in Libia a incontrarsi e raggiungere un accordo per "ricostruire" lo Stato libico. "L'obiettivo principale è garantire che tutte le forze politiche, senza eccezioni, si uniscano e adottino un approccio comune su come sviluppare il Paese nella nuova realtà e su come ricostruire e ripristinare lo Stato libico", ha detto Lavrov in una conferenza stampa dalla città congolese di Oyo.
Il capo della diplomazia di Mosca ha quindi espresso il suo sostegno all'iniziativa del presidente congolese Denis Sassou-N'Guesso, che lo ha ricevuto a Oyo, di promuovere una conferenza sulla Libia. "Utilizzeremo i nostri contatti con diversi attori politici in Libia per unirli attraverso questa piattaforma", ha promesso Lavrov.
Il Corpo africano della Russia, come è stato rinominato quello che è rimasto delle ex forze paramilitari della Wagner, che contavano circa 7.000 soldati in Libia, è schierato nell'est e nel sud del Paese, nelle regioni controllate da Khalifa Haftar.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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