Potrebbe mancare poco all’attacco dell’Iran e dei suoi alleati in Medio Oriente contro Israele. Fonti anonime della regione hanno riferito a Fox News che esso potrebbe avvenire nel giro delle prossime 24 ore. “I funzionari credono che stiamo raggiungendo l'ora zero”, ha riferito il corrispondente del media statunitense Trey Yingst.
Vi sono, inoltre, notizie contrastanti riguardo alla portata della “vendetta” della Repubblica islamica, annunciata dopo l’uccisione del capo dell’ufficio politico di Hamas Ismail Haniyeh a Teheran. Secondo il sito Axios, il presidente iraniano Masoud Pezeshkian vorrebbe evitare una risposta dura, mentre i pasdaran starebbero spingendo per un attacco più grande rispetto a quello del 13-14 aprile scorso, quando centinaia di droni e missili erano stati lanciati contro lo Stato ebraico. Quasi tutti i vettori e i velivoli senza pilota erano stati intercettati dalle difese israeliane e dagli alleati internazionali e del Golfo.
Tel Aviv è preparata all’eventualità di un attacco. Le Idf sono state messe in massima allerta, ai piloti militari è stato vietato di compiere viaggi all’estero e il capo di Stato maggiore Herzi Halevi ha annunciato di aver approvato i piani per “i diversi fronti” in cui si trovano coinvolte le forze armate ebraiche. “Il capo di Stato maggiore ha sottolineato la necessità di proseguire con gli sforzi di elevata prontezza e valutazione per l'attacco e la difesa”, hanno affermato le forze di difesa israeliane in un comunicato citato dal Times of Israel.
Al fianco dello Stato ebraico sono schierati gli Stati Uniti. Il segretario alla Difesa Lloyd Austin ha ordinato l’invio nel Mediterraneo orientale del sommergibile lanciamissili Uss Georgia e al gruppo d'attacco della portaerei Uss Abraham Lincoln di aumentare la sua velocità di navigazione verso la regione. Questi rinforzi andranno a puntellare la presenza militare americana nell’area, già garantita dallo strike group della Uss Theodore Roosevelt.
L’avvicinarsi dell’”ora X” ha avuto delle conseguenze anche sui colloqui per raggiungere una tregua nella Striscia di Gaza. Fonti vicine ad Hamas, citate dal Times of Israel, hanno affermato che l’organizzazione terroristica ha visto i nuovi negoziati sollecitati da Usa, Qatar ed Egitto come un tentativo fatto in coordinamento con Tel Aviv per evitare la risposta dell’Iran. Il gruppo ha anche annunciato che non prenderà parte ai colloqui previsti per giovedì 15 aprile a meno che essi non si basino sui piani dei precedenti round e non su un quadro d’intesa modificato.
Nella questione è intervenuto anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che nel pomeriggio di lunedì 12 aprile ha avuto un colloquio telefonico con il suo omologo iraniano. In un post su X, il vicepremier ha fatto sapere di aver sollecitato "moderazione e un approccio costruttivo" da parte dell'Iran, al fine di evitare "reazioni che possano alimentare ulteriormente il conflitto nella regione pregiudicando il lavoro per il cessate il fuoco a Gaza". La posizione dell'Italia è stata ribadita anche dal comunicato congiunto rilasciato dalla Casa Bianca e firmato dal nostro Paese, dagli Usa, dalla Francia, dalla Gran Bretagna e dalla Germania.
"Abbiamo invitato l'Iran a ritirare le sue continue minacce di un attacco militare contro Israele e abbiamo discusso le gravi conseguenze per la sicurezza regionale qualora un simile attacco dovesse verificarsi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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