Si chiama SS-N-33, noto colloquialmente come Zircon il missile supersonico russo annunciato da Vladimir Putin nel 2018, finito di testare due anni fa ed in pieno servizio.
"Zircone" Mach 9
Era stata l’Ucraina ad annunciarne l’impiego sul campo. Secondo quanto riporta Radio Free Europee, infatti, Kiev avrebbe denunciato 180 lanci di missili sulla capitale ucraina nei primi tre mesi dell'anno, fra cui missili Zircon capaci di neutralizzare la “caccia” dei blasonati Patriot made in USA. Ora Mosca li schiera in un teatro molto lontano dal Mar Nero, a Cuba, l’alleato caraibico a poche centinaia di chilometri dalle coste statunitensi. E in un momento importante per la politica internazionale, con il leader dei sette paesi più industrializzati riuniti a Borgo Egnazia per affrontare, tra gli altri temi in agenda, proprio la crisi ucraina.
La diplomazia dei missili nelle acque de La Habana
Ma perché schierarli a Cuba? La mossa di Putin è prevedibile. Esclusa dal G7 sin dall’annessione della Crimea di dieci anni fa, la Russia ha replicato al vertice schierando il sistema d’arma nel Mar dei Caraibi, innervosendo così gli occidentali che, dal canto loro, poco sanno del missile e della sua reale capacità offensiva. SS-N-33 “Zircon” è stato progettato come missile antinave, per poi evolversi anche il missile terrestre.
La vocazione iniziale è ripresa dai sottomarini e dalle fregate lanciamissili che alla fonda nel Golfo del Messico: raggio d’azione fra i 500 ed i 1000 chilometri, nove volte più veloce del suono, potrebbe colpire Miami nell’arco di appena 2 minuti. E senza essere intercettato. Ecco, questo il dettaglio che desta maggiore preoccupazione: al momento del lancio, infatti, il missile viene avvolto da una nube di plasma che lo rende invisibile ai radar.
Il top della Marina russa
Secondo la CNN la flottiglia navale entrata nella mattinata di mercoledì 12 giugno nel porto de La Havana sarebbe formata da un rimorchiatore, una petroliera, un sottomarino nucleare classe Yasen (il Kazan) e dalla modernissima fregata Admiral Gorškov capo dell’omonima classe che conta otto unità, di cui 3 in servizio e 5 in realizzazione. Non solo, perché è proprio a bordo della Gorškov che nel 2020 è avvenuto con successo il primo test di lancio di uno Zircon da una unità di superficie con bersaglio a terra mentre, nell’ottobre 2021, il missile ha mostrato la sua capacità di essere lanciato anche da sotto la superficie.
Va da sé che il minimo spiegamento di forze non ha alcun effetto offensivo. Il Kazan ed il Gorškov sono infatti unità molto avanzate, pertanto sarebbe rovinoso per i russi rischiare di perderle per un’azione azzardata.
Gli alleati di Putin al G7
Quella di Putin appare dunque una doppia dimostrazione fatta agli americani, cui viene mostrato il potenziale di una nazione che continua a progredire sul livello tecnico-militare malgrado sanzioni ed esclusione dai summit, durante i quali sono decisi i destini del mondo; e agli alleati cubani e del resto globo cui la Russia continua a proporsi come riferimento alternativo sullo scacchiere internazionale.
Alleati che, loro malgrado, guardano con interesse (e per interesse) anche all'Occidente. Di Giorgia Meloni a Borgo Egnazia saranno infatti ospiti anche India, Brasile e Algeria. Una mossa che coinvolge nel G7 tre partner strategici della Federazione in Asia, America meridionale e Africa nel tentativo, neanche tanto velato, di allontanarli dall’influenza del Cremlino, dando loro una centralità ed un ruolo nel contesto decisionale più importante a livello mondiale.
Probabilmente, gli Zircon rientreranno presto nella made patria russa senza
colpo ferire. Diverso impatto sulla Federazione nel suo terzo anno di guerra avranno invece le eventuali, positive influenze che Modi, Lula e Tebboune potrebbero subire nel corso del G7.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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