Guerriglia di Roma: liberi i 23 fermati Alemanno contro i giudici: "Assurdità"

Scarcerati 22 dei 23 fermati nella Capitale per gli scontri in centro di martedì. Alemanno non ci sta: "Protesto a nome di tutta la città. Profondo senso di ingiustizia". L'Anm non ci sta. Spintoni e urla in tribunale tra gli amici dei fermati e le forze dell'ordine. Fermato il giovane fotografato con la pala: non era un agente infiltrato, ma un liceale 16enne con precedenti per violenze

Guerriglia di Roma: liberi i 23 fermati  
Alemanno contro i giudici: "Assurdità"

Roma - Convalida degli arresti e remissione in libertà per 22 dei 23 arrestati dopo gli scontri di Roma comparsi oggi davanti ai giudici. Ma il sindaco della Capitale non ci sta: "Sono costretto a protestare - dice Gianni Alemanno - a nome della mia città contro le decisioni di rimettere in libertà in attesa di giudizio quasi tutti gli imputati degli incidenti di martedì scorso. C’è una profonda sensazione di ingiustizia di fronte a queste decisioni perché i danni provocati alla città e la gravità degli scontri richiedono ben altra fermezza nel giudizio della magistratura sui presunti responsabili di questi reati".

L'Anm risponde "Non possiamo che ribadire che è legittima la critica ai provvedimenti dei magistrati, ma non lo sono gli insulti nei confronti dei giudici e dell’istituzione nel suo complesso". Così il presidente dell’associazione nazionale magistrati, Luca Palamara, ha replicato al sindaco di Roma che ha protestato contro le scarcerazioni dei giovani protagonisti degli scontri dei giorni scorsi nella Capitale.

Le decisioni Arresti domiciliari per Mario Migliucci. Divieto di dimora a Roma per tre liguri, Dario Campagnolo, Emanuele Gatti e Fabrizio Ripoli; obbligo di firma due volte al giorno per Patrizio D’Acunzo; piena libertà per Charlie Robin Thibault Plaze. Per un altro imputato, Edoardo Zanetti, i giudici hanno disposto la scarcerazione senza alcun obbligo. Tutti questi imputati saranno processati il 23 dicembre prossimo dalle rispettive sezioni. Obbligo di firma per Matteo Sordini e Alessandro Zeruoli, nessuna misura nei confronti di Michele Lucani, Matteo Angius e Leo Fantoni. Tornano a casa Michele Borromeo, Martino Reviglio Della Veneria e Anna Chiara Mazzani, Sacha Montanini, Angelo De Matteis, Nicola Corsini, Gerardo Morsella, Federico Serra, Andrea Donato, Alice Niffoi e Riccardo Li Calzi.

I legali: è una vittoria Per gli avvocati che hanno assistito i ragazzi è una "vittoria". L’avvocato Flavio Rossi Albertini ha spiegato: "Ci sono contestazioni che non stanno in piedi. L’accusa di concorso è affibbiata a persone che vengono da Palermo, Bari, Trento e Pisa. Che non si erano mai viste prima. Nei verbali di polizia si dice che sono stati presi tutti insieme. L’esame sul banco dei testimoni ha provato che invece i fermi sono avvenuti ben lontano da dove sono state effettuate le cariche di polizia".

Spintoni e urla in tribunale Al termine dell’udienza di convalida di un gruppo di fermati è scoppiata una gazzarra tra alcuni amici di uno dei fermati e le forze dell’ordine dopo che una ragazza ha tentato di forzare il cordone di polizia formato per far uscire i detenuti. Sono volanti spintoni, qualche parolaccia: la giovane è stata identificata e, in base a quanto si apprende, potrebbe essere denunciata.

Il mistero è finito Il giovane ritratto in alcune foto mentre martedi, durante gli scontri di Roma, impugnava una pala, un manganello e un paio di manette in diversi momenti della manifestazione, è stato individuato. Contrariamente a quanto alcuni avevano insinuato non è un agente inflitrato: ha sedici anni, è uno studente liceale ed ha alcuni precedenti penali. È stato accompagnato in un centro di accoglienza per minori ed è a disposizione dell’autorità giudiziaria. Intanto è in corso il processo per direttissima nei confronti di ventitre arrestati durante gli scontri. La loro età media è di 22 anni, il più anziano ne ha 32. Provengono da tutta Italia, uno da Parigi. Sono quasi tutti incensurati

Tribunale blindato Cittadella giudiziaria di Roma blindata questa mattina in vista delle direttissime nei confronti di 23 manifestanti fermati durante gli scontri avvenuti nel centro storico della Capitale. Sono circa una decina, tra blindati e auto, i mezzi delle forze dell’ordine che stazionano nella zona dell’ingresso del tribunale di Piazzale Clodio. All’esterno sono presenti alcuni manifestanti che hanno esposto un striscione con la scritta: "Reprimete e processate ciò che non potrete mai fermare". "Libertà per tutti".

Il giovane con la pala È accusato di rapina aggravata il giovane di 16 anni fermato dalla polizia e ritratto in alcune foto mentre, durante gli scontri, impugna una pala, un manganello e un paio di manette in diversi momenti della manifestazione. Il ragazzo è stato riconosciuto attraverso il giaccone indossato durante la guerriglia urbana e per una ferita riportata sulla mano destra. Il minore, che da questa mattina si trova in un centro di accoglienza a disposizione dell’autorità giudiziaria, è tra i responsabili dell’aggressione ai danni di un finanziere e della rapina delle manette e del manganello dello stesso agente. Per questo è scattato per lui il fermo di indiziato di delitto per rapina aggravata. Il minore, con precedenti per rissa e resistenza a pubblico ufficiale, era stato fermato in occasione di un episodio diverso rispetto a quello dell’aggressione del finanziere, fotosegnalato e poi rilasciato, in attesa del riscontro della documentazione realizzata durante gli scontri. Proprio durante il fotosegnalamento il minore aveva attirato l’attenzione degli operatori per il fatto che indossava il giaccone al rovescio, per evitare il riconoscimento del colore avena della giacca come ritratta nelle foto anche pubblicate.  

Collettivo studentesco Figlio di un ex-brigatista romano attivo negli anni ’70, il sedicenne frequenta l’istituto superiore "Gelasio Caetani", in viale Mazzini a Roma. E' un attivista politico del collettivo studentesco di estrema sinistra "Senza tregua". Alcuni suoi amici riferiscono che ha già partecipato a diversi blitz e manifestazioni a Roma. "Lui è un compagno, uno di noi, ma qualsiasi cosa detta su di lui non può fare altro che aggravare la sua attuale situazione - dice un amico del collettivo Senza tregua. Di certo se le foto che lo ritraggono non avessero avuto questa eco mediatica ora non sarebbe in Questura. Ma lui di certo non è un infiltrato".

"Il nostro disgusto per questa società, per questo governo è senza tregua - spiega un altro amico del giovane, riferendosi allo slogan del collettivo -. Così come è senza tregua la nostra lotta. E' per questo che ci chiamiamo così".

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