Guglielmi Il Settecento che non ti aspetti

Guglielmi Il Settecento che non ti aspetti

A Vienna, quando nel 1761 dipingeva la «Gloria di casa d’Asburgo» nella reggia di Schoenbrunn, lo chiamavano «Der Italiener». Qualche anno dopo, dopo essere stato a Berlino e a Torino, si trasferì alla corte di Caterina II di Russia, a San Pietroburgo, dove morì misteriosamente nel 1773. Prima di divenire un pittore internazionale, Gregorio Guglielmi, nato a Roma nel 1714, è stato indubbiamente uno dei pittori preferiti dalla nobiltà e dal clero romani, eppure adesso il suo nome è quasi del tutto dimenticato. La mostra monografica «Gregorio Guglielmi, artista romano del Settecento», ospitata nell’ex convento di Sant’Agostino, ora Avvocatura dello Stato (via dei Portoghesi, 12) fino al 15 marzo, si propone di restituire l’artista alla fama che merita. Allievo di Francesco Trevisani e influenzato da Andrea Sacchi, dal quale assimilò diverse idee, egli riuscì a coniugare nel suo linguaggio pittorico una suadente sensualità e una viva sensibilità per il colore. Il suo capolavoro romano è il grande affresco con «La Moltiplicazione dei pani e dei pesci», nell’ex Refettorio di Sant’Agostino (ora Sala Vanvitelliana), ed è proprio intorno a quest’opera che ruota la mostra romana, fortemente voluta dal Soprintendente Claudio Strinati, a seguito dei restauri effettuati nel complesso di Sant’Agostino, che hanno messo in luce anche due tondi inediti con «Virtù», attribuiti allo stesso Guglielmi, nella cappella del convento. La scena della «Moltiplicazione» è raffigurata in modo teatrale entro un finto sipario sostenuto da angioletti. Intorno alla figura di Cristo e al semicerchio dei discepoli, l’artista crea un moto vorticoso, inserendo lungo quattro direttrici che si intersecano una serie di episodi, come quello di una madre che ha in braccio il figlioletto. La pennellata è morbida e i colori sono chiari, basati sui toni del rosa, dell’azzurro e del verde giada. Il suo talento cromatico e luministico emerge, oltre che negli affreschi, nelle pale d’altare, tra cui quella di «Santa Caterina con i 14 Santi Salvatori», proveniente da Praga, alta oltre 6 metri.

Per tutto il periodo della mostra sarà possibile partecipare, alle ore 15 e alle ore 17, a visite guidate all’ex convento di Sant’Agostino, per la prima volta aperto al pubblico. Orario: dalle 10 alle 19. Ingresso gratuito.

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