Ue contro Apple: vi dico perché secondo me ha ragione Apple

L'UE con il Digital Markets Act impone ad Apple aperture su cavi, sideloading e funzioni cross-device. Ma l’integrazione chiusa Apple garantisce sicurezza e qualità. Giusto obbligarla o basta scegliere Android?

Ue contro Apple: vi dico perché secondo me ha ragione Apple
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Uno spettro si aggira per l’Europa: non è il totalitarismo, ma la guerra contro Apple (sebbene un po’ al totalitarismo in versione digitale assomigli). Riassuntino: il Digital Markets Act può imporre alle aziende di rispettare regole di sicurezza e concorrenza. Fin qui ok. È la ragione, per esempio, per cui è stata imposta alla Apple di usare cavi caricatori con USB-C al posto dei Lightning, e l’azienda di Cupertino si è adeguata. Per la verità è molto comodo avere un cavo che puoi usare su tutti i dispositivi, ma è giusto imporlo? Insomma, Apple non è una bottiglia di plastica a cui imponi di attaccare il tappo.

Tuttavia il discorso è più ampio, e diventa più complicato. Apple dovrebbe anche aprire al sideloading, cioè alla possibilità di installare un’app senza passare dallo store ufficiale, come accade con i dispositivi Android. Idem l’avere le stesse funzioni su altri prodotti, come gli auricolari: gli Airpods hanno funzioni esclusive su un Iphone, degli auricolari di un’altra marca no, non sono integrati con iOS, non possono sfruttare codec avanzati. Non che non si possano usare altri auricolari, semplicemente non usufruiscono di tutte le funzioni degli Airpods Apple, progettati apposta per Apple.

Detto questo, devo fare un passo storico indietro. Steve Jobs, già negli anni Ottanta, puntò tutto sull’integrazione hardware e software, rischiando molto. Sui computer Apple non potevi fare tutto ciò che invece ti era consentito sugli altri PC, ossia i PC. L’MS-DOS, il sistema operativo di Bill Gates (il quale puntò sul software, anziché sull’hardware), a un certo punto girava sul 90% dei PC, e sia dagli USA che dall’UE gli fu impedito di integrare il proprio browser di default, Internet Explorer, perché avrebbe ostacolato browser prodotti dalla concorrenza (all’epoca era Netscape).

Apple poteva fallire (una volta fallì anche, e a rialzarsi fu aiutata dallo stesso Bill Gates, forse per il senso di colpa di aver copiato Windows dal Mac, e forse anche perché è una persona leale), ma Steve Jobs tenne duro: i sistemi Apple dovevano essere sistemi chiusi. Alla lunga ne vennero fuori prodotti di successo, più costosi ma migliori, insomma ebbe ragione Steve.

Il monopolio, per tornare al discorso principale, non è un problema di chi compra un iPhone, che ha il 18% delle quote di mercato del settore. L’UE ne fa una questione di sicurezza, ma è proprio la sicurezza il punto forte dell’ecosistema Apple. Lo sa bene chi ha un Mac anziché un PC, o un iPhone rispetto a un Android: non sa cosa sia un antivirus. Gli hacker vanno a nozze con gli Android o con i Windows Phone di Microsoft (se c’è ancora chi li usa), su un dispositivo Apple è molto difficile entrare.

Questo proprio per l’integrazione tra hardware e software, e i controlli di Apple sulle app sviluppati da terzi prima di poter girare su iOS.

Ma soprattutto nessuno è obbligato a prendersi un iPhone: se volete usare gli auricolari che volete, se volete installare quello che volete sul vostro smarthphone, potete anche attaccarvi a un Android. Dove sicuramente avrete un antivirus, che non funziona.

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