Herman Cain si ritira e sostiene Gingrich

Due giorni fa si è ritirato dalle primarie, travolto dagli scandali. Ora Cain, l'ex "re della pizza", si schiera dalla parte di Newt Gingrich, che in Iowa primeggia nei sondaggi e preoccupa il mormone Mitt Romney

Herman Cain si ritira e sostiene Gingrich
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Due giorni fa Herman Cain si è ritirato dalla corsa per le primarie repubblicane. Ora pensa di far fruttare il consenso sino a qui raccolto, sia in termini di visibilità che di contatti. E quale modo migliore che dare il sostegno a un altro candidato (endorsement)? L'ex re della pizza secondo l’emittente televisiva Fox-5 appoggerà Newt Gingrich, uno dei due favoriti per la nomination repubblicana. E continuerà a interessarsi in prima persona di politica atraverso un nuovo sito Internet: "The Cain Solutions". Attraverso il web e il contatto diretto coi cittadini elettori Cain spera di rilanciare la formula magica, il suo celebre "9/9/9" sulle tasse, che lo scorso settembre lo fece volare nei sondaggi con un'ottima performance in un "sondaggio/pre voto" in Florida

Cain si è ritirato dalla scena perché non riusciva a tirarsi fuori dalle polemiche (lo accusavano di aver avuto un amante per 13 anni e di aver molestato sessualmente alcune donne). Ora prova a giocare un ruolo dietro le quinte nella corsa per la Casa Bianca. Una conferenza stampa di Gingrich è attesa per stasera a New York. L’appoggio di Cain, secondo quanto scrive il quotidiano online Politico, aumenta le chance di vittoria per Gingrich in Iowa (si vota il 3 gennaio). Dove, secondo gli ultimi sondaggi, è già il candidato preferito (intorno al 26-28%), davanti a Romney (18-19%) e a Ron Paul (17-19%).

Intanto la Casa Bianca ha arruolato, nel settore della comunicazione, Jennifer Palmieri, una "clintoniana doc" che ha seguito l'ex presidente in tutti i suoi otto anni di potere e che al momento era una delle responsabili del think tank progressista con sede a Washington,

Center for american progress. Dopo un lungo corteggiamento ha ceduto alle lusinghe della Casa Bianca. Un bel colpo, a conferma che Obama, nonostante gli antichi dissapori, se intende restare alla Casa Bianca non può fare a meno dei clintoniani.

 

 

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