Hezbollah minaccia Siniora È sciopero contro il premier

Il movimento estremista si oppone al finanziamento di 3 miliardi che la conferenza internazionale assegnerà giovedì all’esecutivo

Hezbollah minaccia Siniora È sciopero contro il premier

da Roma

È un braccio di ferro in piena regola. Durissimo e accompagnato da colpi bassi. Hezbollah chiama oggi i libanesi ad uno sciopero generale contro il governo di Fuad Siniora. Ufficialmente si chiede un nuovo esecutivo che permetta loro di condizionare maggiormente la politica di Beirut. Sotto sotto c’è la gestione dei 3 miliardi di dollari che la conferenza internazionale per il Libano - convocata per giovedì a Parigi - vorrebbe consegnare proprio a Siniora affinchè inizi la ricostruzione dopo le distruzioni della scorsa estate.
«L’opposizione punta ad ostacolare la produzione e a terrorizzare i cittadini! Invitiamo i libanesi a ignorare le intimidazioni e ad andare a lavorare» l’appello lanciato ieri dal premier Siniora al cui fianco era il leader druso Jumblatt. Gli sciiti fedeli di Hassan Nasrallah (e con loro i cristiani schierati coll’ex-generale Aoun) negano di aver minacciato la gente, ma poi ammettono che potrebbe esser difficile oggi andare a lavorare o, come ha fatto sapere l’ex-ministro cristiano filosiriano Suleiman Franjieh, mettono in rilievo che per chi sceglie di lavorare «potrebbe esser difficile tornare a casa». Non è tutto. Al Majallah, settimanale di proprietà saudita, ha svelato che le manifestazioni susseguitesi da 7 settimane in qua contro il governo, sarebbero state pagate dalle milizie sciite: 20 dollari al giorno a persona (10 se arabi non libanesi). Un dirigente di Hezbollah, Bilal Naimi, ha negato le cifre ma non il pagamento al settimanale: «Si utilizza - ha detto - il danaro elargito dalla guida della rivoluzione islamica iraniana, l’ayatollah Ali Khamanei, frutto del khoms, una tassa religiosa versata dai fedeli per i popoli bisognosi».
Diviene importante così verificare l’adesione allo sciopero generale (che i musulmani sunniti boicotteranno). Anche se sempre ieri il commissario Ue alle relazioni esterne Benita Ferrero Waldner ha fatto capire che l’Europa sarà disponibile a fornire quattrini ma solo a Siniora «in quanto governo legittimo che rappresenta il paese». Per questo gli hezbollah sperano che l’astensione dal lavoro sia massiccia. La conferenza di Parigi per loro è invece una minaccia: non solo per i soldi che potrebbero andare all’attuale premier, ma anche perchè Chirac, che ha organizzato l’appuntamento, ha chiesto e ottenuto che Hezbollah non fosse rappresentata.

E ha chiamato a Parigi, ospite d’onore, quell’Hariri figlio di Rafik Hariri, grande amico della Francia ma soprattutto maggior leader antisiriano. Assassinato nel 2005 e per la cui morte l’Onu è d’accordo nel reclamare un tribunale speciale. Con rischi seri per Nasrallah e Damasco.

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