Pensando a quell'11 settembre di 20 anni fa, scorrono nella memoria mille immagini, ma una mi commuove particolarmente: è quella di un pompiere che abbraccia un cane, entrambi esausti e anneriti dal fumo. I cani delle Twin Towers hanno avuto ruoli decisivi nel salvare centinaia di vite. Erano lì con il medesimo scopo: salvare il maggior numero di vite possibili senza curarsi della propria. L'ultimo di loro, un Golden Retriever di nome Bretagne, è morto di cancro all'età di 16 anni e questo è un tributo a tutti loro. Quelli che qui ricordiamo sono un'infinitesima parte di quanti hanno lottato nel fumo e tra le fiamme oltre a quelli che, negli anni successivi, hanno portato conforto e consolazione ai feriti e ai soccorritori con le menti devastate dal lacerante stress di quei giorni. Sono quelli di cui il destino ha voluto fosse inciso il nome sul nastro della storia. A loro, come a tutti quelli rimasti ignoti, vada il tributo d'onore che merita un fratello amato e forse perduto mentre tentava di portarci in salvo.
Michael Hingson, non vedente, stava lavorando al 78° piano della prima torre con Roselle, il suo cane guida, che sonnecchiava sotto la scrivania. Quando Michael si accorse dello scatto del cane capì che stava succedendo qualcosa. Subito dopo l'impatto Roselle ha aiutato con calma Hingson a salire le scale B, nonostante il fumo, la confusione e il rumore che li circondavano. Alla sua guida si sono affidate decine di persone che, dietro di lei, hanno percorso al buio e nel fumo 1463 gradini. A metà della discesa hanno incontrato dei pompieri che Roselle ha salutato abbaiando e tornando subito al suo lavoro durato un'ora. Subito dopo essere usciti dalla torre, la seconda è crollata, facendo volare detriti ovunque. Hingson in seguito ha detto: «Mentre tutti correvano in preda al panico, Roselle è rimasta totalmente concentrata sul suo lavoro e quando i detriti sono caduti intorno a noi e ci hanno colpiti, lei, con calma, ci ha condotti in salvo». Assieme a Salty, il cane guida che ha condotto Omar Rivera in salvo dal 71° piano dove lavorava, Roselle è stata insignita della Dickin Medal di solito riservata agli animali eroi di guerra. Bear, un Golden Retriever, condotto dal vigile del fuoco Joh Gilkey del Maryland, è stato il primo cane sulla scena del disastro. I due hanno lavorato fra le macerie per tre mesi, cercando di localizzare i corpi bruciati e coperti dal pietrisco. Bear è morto di cancro ai polmoni il 26 settembre 2002, all'età di 12 anni. Jac, meticcio di grande taglia, scavò fino a trovare una persona in vita e identificò numerosi corpi defunti, tra cui due pompieri di New York City. Nella furia di scavare Jack rimase ferito dai detriti ancora ardenti e danneggiato dall'inalazione di gas tossici. Il suo conduttore, aiutato da un poliziotto del Connecticut, dopo neanche un'ora, era a Springfield (Massachusetts) presso il Rowley Memorial Animal Hospital dove Jac rispose bene ai trattamenti d'emergenza. Dopo tre giorni era di nuovo al lavoro nel Ground Zero. Solo un cane morì il primo giorno del disastro. Si chiamava Sirius, era un Labrador di 4 anni e si trovava nel basamento centrale della prima torre assieme al suo conduttore, David Lim, quando avvenne la prima esplosione. Lim lo fece sedere dentro al cratere nel quale lui si era rifugiato e le ultime parole che rivolse a Sirius furono «Stai fermo qui. Ti prometto che torno». Sirius obbedì, e trovò la morte quando il basamento collassò.
Alla manifestazione che si svolse a Jersey City in ricordo di alcuni dei cani che lavorarono nel Ground Zero, c'era anche Lim le cui lacrime cadevano nella ciotola che serviva per abbeverare Sirius. Impressa nel metallo c'era questa frase: «Ho dato la mia vita, così tu hai potuto salvarne altre».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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