I commercianti: «Non vogliamo la metrotranvia Milano-Seregno»

I commercianti pronti ad alzare le barricate contro la realizzazione della nuova metrotranvia Milano–Seregno. Dopo l’infuocata assemblea dell’altra sera nella sede dell’Associazione di categoria, gli animi sono infuocati. Vogliono scendere in piazza e minacciano, di bloccare i lavori, come, urlano: «Hanno fatto per la Tav la linea ferroviaria Torino-Lione». Ma cosa sta succedendo? Presto detto. Entro il prossimo anno apriranno i cantieri per posare i binari dei jumbo tram: attraversano Bresso, Cusano Milanino, Paderno Dugnano, Nova Milanese e Desio. Il primo tratto, è previsto a doppio binario. Un corsa, nelle ore di punta, ogni quattro minuti. Gli esercenti delle vie centrali che immaginano già sfrecciare il metrò a raso della strada sono furenti. «Ci rubano il sonno – si è infiammato Michele Colombo commerciante di abbigliamento di Cusano - . Quando cominceranno i lavori e anche dopo i nostri esercizi saranno irraggiungibili dalla clientela. Dovremo abbassare le saracinesche per sempre». Il clima è rovente. La sala è piena fino all’ultimo strapuntino. «Faremo di tutto per evitare che quest’opera – interviene Renato Abelli, concessionario auto a Bresso – dia la mazzata finale alle nostre aziende». Complessivamente l’opera prevista nel pacchetto infrastrutture di Expo 2015, comporta un investimento di oltre 233 milioni di euro, pari a più di 16 milioni di euro per ogni chilometro. Sono previste 25 fermate e secondo i progettisti dell’opera i pendolari impiegheranno 20 minuti per arrivare da Seregno a Milano. «E’ assurdo. Se per ogni fermata il moderno tram attende un minuto per consentire agli utenti di salire e scendere quello che ci viene detto è pura fantasia». Più posate ma altrettanto decise le dichiarazioni di Enrico Origgi, il presidente dell’Associazione di categoria che fa capo alla potente Confcommercio di Carlo Sangalli.

«Abbiamo già predisposto un documento e lo abbiamo inviato a Roberto Formigoni, al presidente della provincia di Milano Guido Podestà ed a tutti i sindaci. Almeno devono garantirci che i disagi saranno ridotti al minimo».

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