Come è profondo il mare, anche quando siamo cattivi pensieri e non abbiamo da mangiare, come in una vecchia canzone di Lucio Dalla. Il mare come risorsa, come simbolo, come mito, come origine di vita e sussurro di sopravvivenza, pericolo e approdo, viaggio, confine e speranza. Il mare è una dimensione eterna che adesso torna in modo prepotente come orizzonte economico. Di mare si pensa, si scrive, si fabula. È così dai bagliori delle prime civiltà.
Il mare, con la sua vastità e mistero, ha sempre affascinato scrittori e poeti di ogni epoca. Le sue onde, il suo profumo salmastro e la sua immensità hanno ispirato opere indimenticabili, in cui l'oceano diventa un simbolo di avventura, libertà e riflessione. Joseph Conrad, scrittore polacco naturalizzato britannico, ha creato uno dei romanzi più intensi e oscuri della letteratura: Cuore di tenebra. La storia segue il viaggio del capitano Marlow lungo il fiume Congo, ma il mare è sempre presente come sfondo minaccioso e misterioso. L'oscurità dell'animo umano si riflette nelle acque inquiete e nelle ombre che si nascondono tra le onde. Nel racconto breve La pelle di zigrino, Honoré de Balzac descrive un tappeto misterioso fatto di pelle di zigrino, che sembra avere poteri soprannaturali. Il tappeto viene portato a bordo di una nave, e il mare diventa un elemento cruciale per la trama e l'atmosfera del racconto. L'oceano diventa un luogo di incanto e inquietudine. Robinson Crusoe è un classico della letteratura d'avventura. La storia di un naufrago solitario su un'isola deserta è intrisa di emozioni e riflessioni sulla solitudine e la sopravvivenza. Il mare è sia un ostacolo che un mezzo di salvezza. Eugenio Montale celebra la bellezza del Mediterraneo in Mediterraneo e Casa sul mare, mentre Charles Baudelaire esplora la dualità tra l'uomo e l'oceano in L'uomo e il mare. Giuseppe Ungaretti associa il mare ai sentimenti e alle emozioni in I ricordi, creando un legame tra il paesaggio e la vita interiore. Il mare è un soggetto ricorrente nella letteratura, e ogni autore ha contribuito a dipingerlo con colori diversi. Forse, quando ascoltiamo il suono delle onde o guardiamo l'orizzonte, possiamo sentire l'eco di queste parole e di queste storie, che ci collegano a un mondo più grande e misterioso.
Il senso finale è tutto in un passagio del Moby Dick di Melville. «Se questo mondo fosse un piano infinito e navigando a oriente noi potessimo sempre raggiungere nuove distanze e scoprire cose più dolci e nuove di tutte le Cicladi o le Isole del Re Salomone, allora il viaggio conterrebbe una promessa.
Ma, nell'inseguire quei lontani misteri di cui sogniamo, o nella caccia tormentosa di quel fantasma demoniaco che prima o poi nuota dinanzi a tutti i cuori umani, nella caccia di tali cose intorno a questo globo, esse o ci conducono in vuoti labirinti o ci lasciano sommersi a metà strada».
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