I narcos e il canale dei "banchieri" cinesi

Traffico di droga con la Spagna per milioni di euro: i pagamenti trasferiti da agenzie abusive

I narcos e il canale dei "banchieri" cinesi
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Un traffico internazionale di droga che utilizzava come canale per trasferire i milioni sporchi le «banche» di commercianti cinesi e un codice segreto conosciuto solo ai due capi del processo di scambio. La Guardia di finanza ha scoperto un sistema molto complesso e ieri ha arrestato 58 persone, sequestrando beni per un valore di 129 milioni di euro.

Il traffico di stupefacenti correva sull'asse Italia-Spagna. Gli altri reati contestati sono riciclaggio, esercizio abusivo del credito e frode fiscale. L'inchiesta è stata coordinata dalla Dda di Milano e ha portato arresti in numerose province, da Bergamo a Torino, da Roma a Catania. L'indagine ha fatto emergere una rete di spaccio di hashish e marijuana per circa 30 tonnellate, ricostruendo traffici per 42 milioni di euro e un giro di contante di 26 milioni in poco più di un anno.

L'organizzazione criminale era composta da italiani e spagnoli, che ricorrevano al supporto di cittadini cinesi e albanesi. La Gdf si è concentrata sul modo che i narcos usavano per trasferire il denaro. Si rivolgevano a «servizi bancari» abusivi gestiti da cinesi, per lo più commercianti, che facevano da «centri di raccolta» delle cifre per pagare la merce agli spagnoli. Il sistema usato si basa su un meccanismo di rimessa informale di soldi chiamato «fei'chi en», simile alla «hawala» islamica. I cinesi ricevevano contante da trasferire in modo anonimo, veloce e non tracciabile, dietro pagamento di una commissione tra l'1,5 e il 2 per cento.

Si tratta di una compensazione senza trasferimento fisico di valuta, grazie a un sistema di credito e debito bilanciati tra connazionali cinesi inseriti in un circuito che offrono lo stesso servizio qui e là dove il pagamento deve arrivare. Per l'accettazione del controvalore «nominale» della somma veniva usato un codice di riconoscimento (tipo token), cioè il numero di serie di una banconota di piccolo taglio consegnata dal corriere al collaterale spagnolo.

In un negozio di borse di Chinatown sono stati così ripuliti ben 26 milioni. Inoltre il denaro consegnato dai narcos ai cinesi veniva subito «venduto» a un altro gruppo di imprenditori italiani dell'acciaio e della plastica, che frodavano il Fisco emettendo fatture per operazioni inesistenti.

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