
I palermitani Fabrizio Sansone e Federico Sansone in arte I Sansoni sono un fenomeno sia del web, con 400 milioni di visualizzazioni, che televisivo, con le apparizioni a Striscia la Notizia su Canale 5 e al PrimaFestival del recente Festival di Sanremo, che a teatro. Naturale che anche per loro arrivasse il momento del grande schermo in un'operazione pilotata da Mauro Belardi che, in passato, aveva fatto lo stesso con Maccio Capatonda e Herbert Ballerina. Ecco allora in sala la commedia, ben scritta e divertente, E poi si vede nel segno comico dei loro compaesani Ficarra e Picone con cui condividono il co-sceneggiatore, Fabrizio Testini che ha collaborato a tutti i film del duo da Il 7 e l'8 a Santocielo, e il regista Giovanni Calvaruso il cui precedente Vite da sprecare era prodotto proprio dalla Tramp Limited di Ficarra e Picone. Con i due comici palermitani condividono l'attenzione allo stesso mondo generazionale che nel 2001, nel primo film con Ficarra e Picone, Nati stanchi di Dominick Tambasco, si focalizzava su due trentenni che non avevano alcuna intenzione di lavorare.
Ora invece in E poi si vede troviamo tre trentenni di belle speranze Federico (Federico Sansone che, nella realtà, ha lasciato il posto fisso di guardia giurata a Milano) con il poster di Berlusconi in cameretta e con la mamma che si accolla (Paola Minaccioni) proprio come quella di Luca (Gabriele Cicirello) interpretata da Donatella Finocchiaro nel ruolo di una senatrice scorretta che raccomanda il figlio e Fabrizio (Fabrizio Sansone) figlio di operai costretto a fare il rider che sperano nel posto fisso grazie a un concorso pubblico in Comune che però è truccato.
Sul posto fisso ha ironizzato, a modo suo, anche Checco Zalone in Quo vado? ma in E poi si vede siamo più dalle parti della satira sociale del cinema di Ficarra e Picone: «Siamo onorati per questo paragone rispondono
i due fratelli Sansone anche perché loro sono straordinari con trent'anni di carriera alle spalle, una tenuta che fa poi la differenza. Noi comunque siamo cresciuti a pane Totò e Peppino. Sappiamo i loro film a memoria».
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