Che fine ha fatto la guerra della sinistra all'odioso patriarcato? Perché in una situazione normale, si direbbe che le studentesse belghe sono state abusate due volte. La prima dai quaranta nordafricani infoiati che le hanno immobilizzate e oscenamente palpeggiate sopra e sotto i vestiti. La seconda dai troppi giornali e telegiornali che per giorni hanno nascosto la notizia, dal sindaco Beppe Sala che non ha trovato tempo e coraggio per dire qualcosa e dai politici progressisti colti da improvvisa afasia. E verrebbe da dire che la seconda è ancor più grave, perché il branco degli stupratori è l'ammucchiata di chi ha dubitato di sei ventenni belgi per parlare (ancor più oscenamente) di «presunte molestie». Che orrore aver aspettato la denuncia alla polizia per cominciare a prenderne timidamente atto. Perché qui di normale c'è ben poco. Compreso l'assessore alla Sicurezza (e per fortuna) Marco Granelli che ben sei giorni dopo se ne esce raccomandando di «non tirare la giacchetta alle forze dell'ordine per fare campagna elettorale». Ma come si permette. Qui ci sono dei ventenni che in Piazza Duomo hanno subito violenza sessuale e che tornati a casa hanno dovuto far ricorso al servizio psicologico dell'ospedale di Liegi, raccontando che a Milano avevano chiesto aiuto a una poliziotta che ha risposto confessando l'impotenza delle forze dell'ordine di fronte a queste orde.
Tutto normale? Ancora silenzio? E, visto che parliamo di silenzi, non ha nulla da dire l'arcivescovo Delpini sui musulmani che ancora una volta hanno occupato il sagrato del Duomo per gridare al mondo il loro «Allah akbar»? Non c'è bisogno di invocare Lepanto, ma magari una preghiera per noi poveri cristiani.
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