«Una decisione che fa nascere forti dubbi sull'accessibilità e sulla costituzionalità»: non c'è solo un generale malcontento dei cittadini all'annuncio del nuovo sistema di avviso (e pagamento) delle multe di divieto di sosta introdotto dal Comune. Lo strumento esclusivamente digitalizzato solleva anche cririche da parte di esperti e legali. Come sottolinea Clemente Benenti, avvocato civilista specializzato in diritto dei consumatori e presidente di Federconsumatori Milano.
Avvocato, da sabato l'avviso delle multe arriverà sull'app del Fascicolo del cittadino e sparirà l'avviso sul parabrezza. Chi non usa internet avrà il vecchio avviso a casa, ma pagando. Quali criticità?
«In primo luogo c'è la questione dell'indeterminatezza dello Spid (necessario per accedere al Fascicolo, ndr): verrà abolito? È difficile fare politiche territoriali su una vicenda in sospeso a livello nazionale. E non è consigliabile cambiare le cose ora. Se infatti il Comune dovrà cambiarle di nuovo dopo le decisioni del governo, dovrà creare una nuova piattaforma, usando soldi pubblici».
Anche il pagamento delle multe potrà essere fatto in modalità prettamente digitale.
«E qui c'è il problema delle fragilità nell'informatizzazione. Persone, per vari motivi, non avvezze all'uso del web e discriminate da questo tipo di misure. Non parlo solo di anziani, è una difficoltà trasversale a tutte le fasce. Noi come associazione promuoviamo progetti per aiutare queste persone a diventare più informatizzate, ma di certo il problema rimane ed è un problema anche giuridico».
Invece cosa succede con i 5 giorni entro i quali, pagando, si ottiene lo sconto sulla multa?
«Anche qui le cose peggioreranno. Lo strumento informatico spesso presenta disservizi, ritardi, bug nei siti, sistemi che si inceppano. Una notifica cartacea è un oggetto che il multato ha in mano, mentre se succede qualcosa durante la procedura on line e non si arriva alla fine, il web non rilascia alcun documento. Non c'è traccia tangibile dell'operazione fallita. Il problema dell'indeterminatezza informatica è scaricato sull'utente. Senza contare che, ad esempio, quando le banche hanno introdotto i codici otp (one time password, ndr) al posto di procedure meno smart, sono arrivate le truffe informatiche».
Non siamo pronti per fare tutto solo on line?
«Non è consigliabile spingere sull'acceleratore della digitalizzazione. Bisognerebbe prima fare politiche per ampliare la platea digitale, educare all'uso di uno strumento e solo dopo introdurre lo strumento».
È legittimo ciò che il Comune ha deciso, escludendo una fetta di popolazione da un servizio?
«Chi non ha lo Spid resta tagliato fuori. Il Comune può farlo, tuttavia non dovrebbe rendere questo strumento l'unico utilizzabile per le multe, il cittadino dovrebbe poter scegliere. La Pubblica amministrazione non dovrebbe diventare autoritaria, imponendo un sistema esclusivo. Così toglie un servizio al cittadino».
Il contrario di ciò che dovrebbe.
«Appunto. I servizi della Pa devono essere accessibili a tutti. Al contrario questa novità avvantaggia l'Amministrazione ma non agevola il cittadino.
Inoltre siccome lo Spid non è in mano al cento per cento della popolazione, né è obbligatorio averlo, il nuovo sistema non può essere obbligatorio. Se l'accesso informatico viene imposto dall'ente, questo ente sta bypassando le norme».
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