Roma - Questione di capitani. Uno, il presente, che sorride dopo 231 giorni di digiuno e decide la sfida con il Chievo; l’altro, il «presunto» futuro, che gela i tifosi con frasi sibilline sul rinnovo del contratto.
Da ieri la Roma di fede giallorossa guarda ai suoi giocatori simbolo con diverse sensazioni. Positive su Totti, un po’ più cupe su De Rossi. Tanto che la doppietta del numero 10 - evento unico in questa stagione - finisce per essere quasi oscurata dalle parole del centrocampista. «Il mio futuro? Ho le idee sempre più chiare - così Daniele -. Cosa significa? Significa essere consapevoli di quello che si dice e non si dice, perchè in una città come Roma una virgola in più scatenerebbe quello che non voglio scatenare».
Dando una lettura infarcita di malizia, sembrerebbe quasi un addio. Le sirene del City e, dicono i bene informati, anche del Real continuano a suonare forte, la Roma ha già fatto l’ultimo passo per chiudere la trattativa. Manca solo la risposta del centrocampista, di fronte a una decisione difficile: l’offerta estera è da capogiro, il cuore è legato alla città. E gli applausi dell’Olimpico, nel momento in cui Luis Enrique - complice un dolorino all’inguine - gli ha concesso la standing ovation, lo avranno di sicuro emozionato.
Allora meglio affidarsi all’ottimismo del tecnico («un progetto senza De Rossi non mi piace, penso che resterà ma dobbiamo aspettare») o al temporeggiare di De Rossi («il mister dice quello che vuole, noi parliamo tanto in privato, ha detto la sua opinione e io la rispetto»)? Di certo quest’attenzione mediatica sottopone il calciatore a una tensione altissima. «Non dico che mi spaventa, ma mi fa impressione», la sottolineatura dell’azzurro. La sensazione è che il rinnovo arriverà, con tanto di clausola di uscita non elevata, e a giugno il calciatore attenderà un’ulteriore offensiva, magari del Real (sempre che Mourinho resti nella Casa Blanca), dopo la Roma la società preferita di Daniele.
Nell’attesa, meglio godersi l’attuale capitano. La doppietta al Chievo era stata «annunciata» da Totti con una battuta nell’allenamento dell’Epifania. Il doppio rigore cancella lo zero dalla casella delle sue reti stagionali - il gol gli mancava da Roma-Samp del 22 maggio scorso - e i timori di una nuova contestazione in strada davanti ai figli dopo quello fallito contro Buffon. Ma soprattutto conferma un assunto: con lui, la squadra fa risultati (tre vittorie consecutive e un pari con la Juve nelle ultime 4 partite in cui Totti è tornato titolare). «Il gol è stata una liberazione, ero consapevole che prima o poi sarebbe arrivato», così il numero 10 giallorosso che ha «festeggiato» con la sottomaglia «scusate il ritardo». Ora Totti è a un passo dal record di Nordahl con una sola maglia (210 reti tutte con il Milan).
Tutto ciò sotto gli occhi di James Pallotta, il socio forte della proprietà Usa ieri in tribuna. Mentre nell’etere romano si susseguono voci di un ingresso in società di Giovanni Malagò, factotum dei Mondiali di nuoto 2009.
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