Le immagini di Mastroianni che raccontano un secolo

In una mostra a Siracusa alcuni degli scatti più significativi dell'attore che ha segnato un'epoca

Le immagini di Mastroianni che raccontano un secolo
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Un romanzo popolare. Nove immagini. Nove tappe di un percorso che taglia la storia italiana del dopoguerra. Nove istantanee che sono nell'immaginario di tutti noi. Specialmente le prime, quelle che profumano di Sicilia anni Cinquanta e Sessanta, il Bell'Antonio e Divorzio all'italiana. Le dive, una Stefania Sandrelli giovanissima, e una Claudia Cardinale inarrivabile e poi lui, Marcello Mastroianni, che non si riesce a rinchiudere in nessun aggettivo, nemmeno superlativo.

Meglio ripartire dal basso, con il romanzo di formazione di almeno un paio di generazioni di connazionali che hanno fantasticato e meditato e sognato su quei film, qui sintetizzati in quegli scatti che hanno popolato le nostre inquiete adolescenze.

Un basso che poi è alto per la qualità strepitosa di quelle pellicole - da Federico Fellini a Mauro Bolognini - e per la capacità di penetrazione dei fotografi, a cominciare da Aldo Luxardo, autore del ritratto ufficiale di Mastroianni, del 1957, che è la sontuosa chiave di violino della mostra Omaggio a Marcello: l'uomo, Marcello, l'attore, Mastroianni, e le immagini dei film girati in Sicilia, allestita all'Ortea Palace Hotel di Siracusa, e poi fino al 2 agosto, ad Avola al teatro Garibaldi.

Un basso che però è anche alto per un'altra ragione: quei «poster» sono gigantografie appese alle pareti di quello che ai primi del Novecento era il più grande ufficio postale di Siracusa e oggi è il salone dell'Ortea Palace. Gruppetti di turisti americani e inglesi si tuffano dentro tazze di caffè bollente, ma poi alzano il naso all'insù.

Lassù. Dove scorre una Sicilia per niente convenzionale e certo non appiattita sugli stereotipi facili della mafia e di altre cartoline oleografiche. Lassù. Come è da secoli - ci si perdoni il paragone temerario - con i meravigliosi «Quadroni» del Duomo di Milano o con certe bibbie medioevali cariche di illustrazioni.

Si parte dunque, in una ghirlanda di capolavori, con Il Bell'Antonio, girato a Catania nel 1959 e il duo Cardinale-Mastroianni catturato da una mano sapiente, probabilmente quella di Carlo Riccardi; poi c'è una giovanissima Sandrelli vestita da sposa, colta sempre dall'obiettivo di Riccardi durante le riprese di Divorzio all'italiana di Pietro Germi, girato a Ispica, non lontano da Siracusa, nel 1961.

Molta Sicilia dunque e molto d'altro. Ecco la Dolce vita ed ecco Anita Ekberg: questa volta la firma è quella di un altro maestro della fotografia, Pierluigi Praturlon. Infine, per rimanere alle signore della celluloide è ancora Riccardi a scolpire Monica Vitti, questa volta protagonista con Mastroianni de La notte di Michelangelo Antonioni.

All'appello, se vogliamo sfogliare tutto l'album delle grandi figure femminili che hanno affiancato Mastroianni, manca solo la Sophia Loren di Ieri, oggi e domani o di Una giornata particolare ma evidentemente non tutto il repertorio è facilmente accessibile.

La perdonabilissima lacuna mette in evidenza invece il libro fatto per arredare gli spazi giganteschi e suggestivi del venerando ufficio postale dismesso. Il tutto proprio in vista del centesimo compleanno dell'attore, nato il 28 settembre 1924 a Fontana Liri, in Ciociaria.

E qui si apre un altro, sorprendente capitolo perché il curatore dell'esposizione è Daniele Luxardo, figlio di Aldo e ultimo esponente di una bottega straordinaria di talenti della fotografia che comprende anche gli zii Elio ed Elda, tutti attivi per un lunghissimo periodo fra Brasile e Italia.

Daniele, come un investigatore, si è buttato per archivi e ha faticosamente messo insieme questo piccolo tesoro, pescandolo fra quattro soggetti diversi: la Reporter Associati & Archivi, l'Archivio Riccardi, l'Associazione culturale Mimmo Cattarinich e l'Archivio Luxardo.

Pochi fotogrammi e una grande magia che ci restituisce il Belpaese negli anni del boom, mostrando le prime inquietanti crepe che si aprono in quella società borghese in marcia verso il benessere, fra contraddizioni e ipocrisie.

Poi c'è il genio di Mastroianni, che di quel Paese fu specchio capace di riflettere infinite sfumature.

Rieccolo, in un'Italia ormai a colori, nel 1990, sul set di Stanno tutti bene di Giuseppe Tornatore, ancora lui ma ormai in un'altra epoca.

Mastroianni è oltre il tempo, le celebrazioni correranno su e giù per il Paese nei prossimi mesi. Ma in questo angolo di Sicilia, fra Siracusa e Avola, c'è davvero un colpo d'occhio che non si può perdere.

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