Partiamo da una domanda banale: l'Intelligenza Artificiale è un'opportunità o una minaccia per le imprese italiane? A giudicare dai dati, si propende nettamente per la prima. Negli ultimi anni si è osservato come le nuove tecnologie abbiano cambiato le imprese nei processi produttivi aumentando la loro efficienza, e quindi accrescendo la profittabilità, ma anche favorendo l'accesso a forme alternative di finanziamenti rispetto al canale più tradizionale, ovvero quello bancario. Ciò se da una parte ha permesso alle aziende di smarcarsi progressivamente dal dominio delle banche, dall'altra ha permesso agli istituti stessi di scegliere meglio e con più precisione dove allocare i finanziamenti. I rally di Borsa degli ultimi due anni, del resto, sono stati fortemente influenzati dall'Intelligenza Artificiale. Da una parte la cosa è avvenuta direttamente: secondo una ricerca risalente a giugno di Bespoke Investment Group, emerge che senza il super rendimento dei titoli legati allo sviluppo dell'IA (registrati dal rilascio di ChatGPT nel novembre del 2022) la capitalizzazione dell'S&P 500 - il principale listino azionario di Wall Street - sarebbe stata del 19% più bassa.
Ma ci sono anche degli effetti indiretti e non collegati all'avanzata delle aziende direttamente collegate allo sviluppo dell'IA: molte isituzioni finanziarie, infatti, utilizzano le nuove tecnologie per migliorare le previsioni di mercato e ottimizzare le strategia di trading algoritmico (addestrando meglio i loro robot che fanno migliaia di transazioni al giorno) e questo si è tradotto in un aumento della redditività e della fiducia degli investitori, ripercuotendosi anche sulla capitalizzazione di Borsa di tutte le aziende quotate.
Non è poi da dimenticare che la crescente adozione dell'Intelligenza Artificiale nei processi aziendali può essere - come detto - un volano per la maggiore profittabilità, e di conseguenza essere fonte di maggiore attrattività sui mercati finanziari. Uno studio realizzato dal consulente internazionale Pwc calcola che la graduale adozione dell'IA contribuirà a un aumento del Pil globale di 15mila miliardi di dollari entro il 2030, in un contesto dove ovviamente verranno favorite le imprese che adottano le nuove tecnologie senza riserve. Citando alcuni casi concreti per capire meglio quello di cui si sta parlando, l'italiana Enel utilizza l'IA per migliorare la gestione delle risorse rinnovabili e ottimizzare la distribuzione energetica. Mentre, nell'ambito dei beni di consumo, un'azienda come Procter & Gamble impiega gli algoritmi per prevedere la domanda dei consumatori, aggiustare l'inventario e migliorare le strategie di marketing. Nella farmaceutica, un big come Pfizer ha utilizzato l'IA per accelerare la ricerca sui vaccini e la scoperta di farmaci, attirando in questo modo gli investimenti. Va da sé che, a fronte di una migliore performance finanziaria, anche il valore percepito delle aziende sul mercato non può che aumentare in modo significativo.
L'IA, inoltre, può rendere più agevole la ricerca di capitali sui mercati. Infatti, la sua opera può automatizzare la raccolta e l'elaborazione dei documenti necessari per la quotazione o l'emissione di bond, riducendo in modo importante le trafile burocratiche. Inoltre, anche il processo di due diligence ne risulta accelerato, dal momento che è possibile analizzare una grande mole di dati in tempi molto ridotti e questo abbatte la durata delle verifiche preliminari. Anche per queste ragioni, quindi, gli investimenti di fondi di private equity e di venture capital potrebbero aumentare considerevolmente o, comunque, andare a premiare quelle realtà a più alto potenziale di crescita. Infatti, l'IA può scansionare rapidamente i dati di migliaia di imprese facilitando, in prospettiva, investimenti e operazioni di fusione e acquisizione.
L'IA, inoltre, faciliterà la diffusione di strumenti di finanziamento innovativi come il peer-to-peer lending, ovvero prestiti tra privati che scavalcano l'opera di un intermediario.
Secondo un rapporto di Allied Market Research, il mercato globale del P2P lending - che in molti casi utilizza l'IA per valutare il rischio creditizio - prima della pandemia era valutato a livello globale 68 miliardi di dollari, ma si prevede che raggiungerà 559 miliardi entro il 2027 con un tasso annuale di crescita del 30%.
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