Chirurgia genetica, nanoparticelle d’oro riparano il Dna: ecco come

Un progetto italiano premiato dall'Ue promette di rivoluzionare la cura di gravi patologie grazie all'ingegneria genica che agisce direttamente sul Dna: ecco come funziona e quali sono i vantaggi

Chirurgia genetica, nanoparticelle d’oro riparano il Dna: ecco come
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Un'altra rivoluzione in campo medico parla italiano. ricercatori dell'Università di Pisa sono stati premiati dall'European Innovation Council (il Consiglio europeo per l'innovazione) per aver portato avanti il progetto "I-Gene" dall'alto contenuto innovativo. Grazie a un nuovo concetto di ingegneria genetica, tramite l'attivazione laser di un nano vettore si potrà rompere o scindere il Dna laddove ci siano problematiche genetiche che vanno "riparate".

Cos'è I-Gene

Gli esperti spiegano che è stata fatta una sperimentazione di nanoparticelle d'oro (giù impiegate anche per scovare specifici biomarcatori nel caso di malattie cardiache, tumori e agenti infettivi) sia in vitro che in vivo sugli embrioni di pesce zebra, studiando malattie come il Covid-19 e il melanoma e su quest'ultimo si è adoperato il laser e la fotoattivazione. Rispetto a quanto avvenuto fino a oggi, questa nuova metolodologia avanzata è superiore alle attuali riuscendo a migliorare l'editing genomico, una tecnologia altamente innovativa che funge come fosse una sorta di "correttore di bozze" del Dna agendo con precisione assoluta per scovare e sistemare gli errori genetici all'interno dell'intero genoma.

Una nuova era

In questo senso, un'enorme mano d'aiuto la danno queste nanoparticelle d'oro i cui principi attivi sono in grado di entrare all'interno delle cellule agendo sul Dna ed eliminando le mutazioni pericolose che possono dare origine alle malattie più gravi. "Siamo un’epoca in cui possiamo editare i genomi e questo significa che se ci sono degli errori, noi tendenzialmente li possiamo correggere, ma per trasformare tutto questo in terapie e applicazioni utili c’è un collo di bottiglia", ha spiegato la prof. Vittoria Raffa, Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa e coordinatrice del progetto.

Quali sono i vantaggi

"I principi attivi che fanno questo editing sono infatti degli enzimi che da soli non riescono a penetrare nelle cellule per risolvere la questione noi abbiamo inventato dei vettori che sono delle nanoparticelle d’oro. Rispetto ai vettori attualmente utilizzati che impiegano virus presentano alcuni vantaggi: non sono tossici, il che consente un loro utilizzo più ampio senza controindicazioni, e si attivano con la luce", ha spiegato Raffa.

Alla realizzazione di questo progetto che ha ottenuto il prestigioso riconoscimento da parte dell'Ue hanno partecipato anche la prof.

Chiara Gabellini del dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa, il prof. Mauro Pistello e il dottore Michele Lai del dipartimento di Medicina Traslazionale e il professore Francesco Fuso del dipartimento di Fisica.

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