In una celebre definizione sul carattere di un popolo, Benedetto Croce disse che è «la sua storia, tutta la sua storia, nient'altro che la sua storia». E l'Italia, in quanto a storia, non deve invidiare nessuno al mondo. È proprio nel nostro passato che si plasma l'identità italiana sviluppando usanze, tradizioni, stili di vita che si stratificano nei secoli arrivando a costituire il concetto di italianità. Cresce così una cultura nazionale che precede la nascita dello stato unitario e attinge il suo carattere nell'antichità romana, nel medioevo cristiano, nel Rinascimento, fino alla formazione dello Stato italiano, individuando nella lingua italiana e nel suo padre Dante Alighieri uno dei tratti distintivi.
Oggi la cultura nazionale fa i conti con una società che mette in discussione il concetto di identità da vari punti di vista in particolare attraverso minoranze ideologiche che, a suon di politicamente corretto e cancel culture, vogliono riscrivere o annullare la nostra storia. Per questo diventa fondamentale da un lato ricordare chi siamo e da dove veniamo ma al tempo stesso immaginare dove vogliamo andare. Nasce con questo obiettivo l'evento «Pensare l'immaginario italiano. Stati generali della cultura nazionale» che si terrà questo giovedì 6 aprile dalle ore 9.30 alle 19.30 all'Hotel Quirinale a Roma in cui interverranno i principali esponenti della cultura nazionale, dall'arte al cinema, dalla televisione al giornalismo, dai beni culturali al teatro passando per fondazioni e associazioni.
L'iniziativa, che sarà aperta con un dibattito a cui interverranno gli amministratori locali, vedrà l'intervento del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano (ore 14.30). Proprio Sangiuliano pochi giorni fa a Vinitaly ha affermato: «Dobbiamo proiettare un nuovo immaginario italiano positivo nel mondo facendo lavorare insieme tutte le componenti della Nazione: l'impresa, l'arte, la cultura in tutte le sue articolazioni e ovviamente anche l'agricoltura».
Tra i relatori previsti ci saranno, tra gli altri, il sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi, Pietrangelo Buttafuoco, Marcello Veneziani, Francesco Borgonovo, Simonetta Bartolini, Stefano Zecchi, Alessandro Giuli, Giampaolo Rossi, Davide Vecchi, Angelo Crespi, Paolo Corsini, Paolo Petrecca, Pietro Senaldi, Annalisa Terranova, Alessandro Campi, Beatrice Venezi. Non mancherà un intermezzo che vedrà protagonista Federico Palmaroli in arte Osho.
Come spiega Alessandro Amorese, deputato, membro della Commissione Cultura della Camera e tra gli organizzatori dell'evento: «Vogliamo tornare a dare sogni e suggestioni agli italiani, abbiamo tutte le carte in regola per farlo e il programma della manifestazione ne è la dimostrazione». Emanuele Merlino, capo segreteria tecnica del ministro della Cultura e uno degli organizzatori dell'evento, aggiunge: «Crediamo sia necessario promuovere e sviluppare idee e sinergie per pensare l'immaginario italiano e il convegno vuole essere il punto di partenza di un percorso che intendiamo portare avanti anche con future iniziative».
Parole a cui fa eco il vicepresidente di Nazione Futura, tra le realtà promotrici del convegno, Ferrante De Benedictis: «Occorre avviare un nuovo percorso culturale per l'Italia mettendo in luce personalità e realtà di valore che troppo spesso non hanno lo spazio che meritano pur rappresentando un'eccellenza del nostro patrimonio culturale».Dopo anni di egemonia culturale, non bisogna sostituirla con un'egemonia di segno opposto. Ma è tempo di pensare un nuovo immaginario italiano.
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