Roma - Due settimane di ricerche, false piste, calcoli spesso sbagliati e cadute di stile. Come quella di ieri, quando i familiari dei 239, tra passeggeri ed equipaggio, del Boeing 777 della Malaysia Airlines, scomparso l'8 marzo scorso, sono stati avvertiti con un sms dalla compagnia aerea che per i loro cari non c'era più nulla da fare.
«Con profondo dolore, dobbiamo ritenere, oltre ogni ragionevole dubbio - recita il messaggino in lingua inglese e cinese - che il volo MH370 sia stato perduto e che non vi siano superstiti. Dobbiamo accettare tutte le prove, le quali suggeriscono che l'aereo sia precipitato nell'Oceano Indiano meridionale». Frasi brutali, che precedono di poco l'annuncio fatto dal premier malaysiano Najib Razak a Kuala Lumpur. Se non altro, dopo 16 giorni di mistero, finalmente un punto fermo: il velivolo è finito in mare, come dimostrerebbero nuovi calcoli derivati dai dati satellitari.
Ma non è chiaro se gli oggetti individuati nelle aree dove si concentrano le ricerche, siano collegati al Boeing. Basandosi sulle nuove analisi del sistema Immarsat, Najib ha evidenziato che nella notte tra il 7 e l'8 marzo l'aereo ha volato lungo il corridoio meridionale e la sua ultima posizione era nel mezzo dell'Oceano Indiano, a ovest di Perth (Australia). «Si tratta di una posizione remota, lontana da ogni possibile punto di atterraggio» ha aggiunto, ipotizzando che non ci sarebbero sopravvissuti. Ulteriori dettagli verranno resi noti oggi, mentre alcuni charter per l'Australia sono stati già predisposti per i parenti delle presunte vittime, che in queste settimane hanno criticato il modo in cui la Malaysia ha gestito l'emergenza.Un «casus» che ha finito per incrinare anche i rapporti tra Pechino e Kuala Lumpur. Come se non bastasse, ieri, molti di loro sono stati anche «sfrattati» dall'albergo dove erano ospitati per l'arrivo del team Ferrari, che parteciperà alla gara di Formula 1 in programma domenica. La casa di Maranello non si è espressa sull'accaduto, mentre Bernie Ecclestone ha spiegato che la prenotazione delle stanze risale a molto tempo fa. Dunque le autorità avrebbero forse potuto essere più previdenti.
La fine del Boeing, comunque, resta ancora legata solamente a deduzioni logiche. Troppi ancora gli interrogativi, primo tra tutti se siano realmente del MH370 i resti ritrovati da aerei australiani e cinesi in mare, a più di 2mila chilometri da Perth.
Da chiarire un altro punto: perché il velivolo sarebbe finito lì rispetto all'originaria rotta? Lo spegnimento manuale dei due sistemi di comunicazione e le virate rilevate dai radar, restano infine aspetti sui quali gli investigatori dovranno far luce. Ma solo l'eventuale ritrovamento della scatola nera potrà dare certezze.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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