Adinolfi, sospettati due ex brigatisti I Ros: "False notizie"

I due sospettati sarebbero legati a un genovese oggi in carcere dopo un sequestro di armi provenienti da Paesi ex comunisti. I Ros: "Nessun riferimento ai presunti responsabili dell'agguato"

Adinolfi, sospettati  due ex brigatisti I Ros: "False notizie"

E' tornata la paura delle Brigate Rosse. Dopo che ieri sulla sezione Piemonte del portale Indymedia è apparsa un comunicato (non considerato poi come una rivendicazione dai carabinieri) firmato dai Gruppi Armati Proletari, in cui venivano esaltati i due gravissimi episodi di violenza avvenuti di recente - a Musy e ad Adinolfi -, oggi si aggiunge un nuovo tassello nelle indagini che rigurdano il ferimento dell'ad di Ansaldo.

Infatti, a essere sospettati dell'attentato ci sono due persone che, a metà del 2000, tentarono la ricostruzione una cellula brigatista con ex esponenti Br-Ucc. I due sono sotto l’attenzione degli investigatori da molto tempo e sarebbero legati a un genovese oggi in carcere dopo un sequestro di armi da guerra e munizionamento proveniente da Paesi ex comunisti.

I due sospettatti, secondo fonti investigative, farebbero parte di un centro di documentazione politica genovese. In procura serpeggia il timore di altri attentati già programmati. C'è insomma il rischio di nuove gambizzazioni da effettuare in altre città italiane e da rivendicare poi tutte insieme. Ancora è prematuro trarre conclusioni, ma quello che è indubbio è che l'incubo del terrorismo è tornato più vivo che mai. 

In procura c’è una lista di sospettati. Una lista che nasce da due fascicoli: uno sul movimento anarco-insurrezionalista, molto attivo nel capoluogo ligure, e l’altro relativo all’attività del gruppo di brigatisti decapitato, in Liguria e a Genova, con gli arresti di Gianfranco Zoia e Massimo Porcile. Si tratterebbe di persone che negli ultimi tre anni si sono ricompattate e si sono poste come obiettivo la realizzazione di un gesto eclatante.

Anche nelle modalità dell'attentato ai danni di Adinolfi sono presenti diverse somiglianze con le tecniche messe a punto negli Anni di piombo dalle Br e altre formazioni terroristiche come i Nuclei Armati Proletari (Nap). E di questo ne sono convinti anche gli investigatori.

Chi ha gambizzato il manager dell'Ansaldo ha rubato un'auto lontano dal centro di Genova, l’ha nascosto per due mesi e nel frattempo ha seguito e conosciuto abitudini e orari della vittima.  Poi l'attentato del 7 maggio, con due uomini che a volto coperto dal casco, si avvicinano ad Adinolfi e uno dei due lo gambizza.

Tuttavia non ci sono conferme ufficiali da parte degli investigatori. "Le notizie inerenti le indagini condotte dai Carabinieri del Ros sul ferimento del manager dell’Ansaldo Roberto Adinolfi, riportate da alcuni quotidiani, sono totalmente prive di fondamento. In particolare, nessun riferimento esiste in ordine a presunti responsabili dell’agguato", ha affermato lo stesso Ros dei carabinieri.

Ieri i GAP (una formazione marxista-leninista che risale agli anni di Feltrinelli), hanno vergato un documento in cui esprimevano solidarietà agli attentatori ed

esultavano per le loro azioni. All'inizio si pensava a una rivendicazione, ma poi, lo stesso comunicato diffuso in rete ha precisato: "Non abbiamo bisogno di rivendicazioni esplicative. Abbiamo bisogno di gesti".

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