Un'aula praticamente vuota ha accolto questa mattina il ministro della Difesa Mario Mauro, chiamato a riferire in Parlamento dell'attentato in Afghanistan in cui sabato è morto il capitano Giuseppe La Rosa.
Un dettaglio che non è sfuggito alle telecamere di Montecitorio, né tantomeno al ministro che ha commentato: "Mi consenta presidente di non poter non sottolineare l’amarezza profonda a fronte di quello che è accaduto nel vedere quest’aula vuota... Mi consenta di sottolineare come la vita di Giuseppe La Rossa sia quel fatto a cui siamo tutti chiamati a guardare se un po' di più vogliamo comprendere il nostro compito e il senso della nostra missione". Sottolineando l'indispensabilità di una "presa di coscienza" da parte del Parlamento della sua integrità, Mauro ha aggiunto: "A chi dovrebbe guardare la politica in Italia se non a un uomo come Giuseppe La Rosa per ricomprendere l’ampiezza e la profondità delle proprie ambizioni e la grandezza della vocazione a cui siamo chiamati?".
Parlando della dinamica dell'attentato, il ministro ha spiegato che a lanciare l'ordigno non è stato un ragazzino, ma un "giovane, di età valutata di circa 20 anni": si tratta di Walick Ahmad, arrestato a Farah, che avrebbe confessato l'aggressione. La notizia secondo cui l'attentatore avrebbe avuto appena 11 anni, quindi, è stata "un’azione di vera e propria guerra psicologica", atta a far percepire "quasi un atto eroico e di partecipazione popolare".
Per questo motivo, il governo ha intenzione di "proseguire la partecipazione alla missione Isaf in Afghanistan, concludendola secondo i tempi stabiliti nel 2014". Subito dopo prenderà il via una nuova missione chiamata "Resolute Support", che "sarà non combat e non prevede il contrasto all’insorgenza, nè di lotta al terrorismo ed al narcotraffico", assicura Mauro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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