Alfano rassicura Napolitano: "La sua fiducia è ben riposta"

L'appello di Napolitano rinvia la crisi di governo. La Santanché: "Per il capo dello Stato è arrivato il momento dell’attuazione della responsabilità, non solo della richiesta"

Alfano rassicura Napolitano: "La sua fiducia è ben riposta"

Silvio Berlusconi non ha ancora scelto come rispondere all'appello lanciato ieri da Giorgio Napolitano. Quel "confido nella sua responsabilità" che il presidente della Repubblica ha affidato ad ambienti del Quirinale sembra aprire nuovi scenari ed evitare la caduta del governo. "La fiducia del capo dello Stato è ben riposta - ha ricordato il vicepremier Angelino Alfano - Berlusconi è il leader politico che da due anni sostiene governi che non sono guidati né da lui né da esponenti del Pdl".

L'intervento del capo dello Stato nel giorno in cui i venti di crisi spiravano più forti ha avuto il suo peso. "Dopo che Napolitano si è esposto così - ragiona un pidiellino - aprire la crisi significherebbe anche andare allo scontro frontale con il capo dello Stato". Con tutte le conseguenze che questo potrebbe comportare: i pensieri di molti tornano al discorso di insediamento di Napolitano: "Non esiterò a trarne le conseguenze di fronte al Paese nel caso in cui mi trovassi di fronte a sordità da parte dei partiti". Un motivo in più per la rabbia del Cavaliere, descritto come furioso da chi gli è più vicino per l’angolo in cui si trova stretto. Ma l’ala dura resta ferma sulla linea che ormai non ci si può più fidare: "Vogliono solo chiuderci la finestra elettorale, impedire le elezioni in novembre. Il Pd prenderà tempo, e poi voterà la decadenza quando sarà troppo tardi per andare alle urne". Fatto sta che dopo il messaggio di Napolitano, la sequela di dichiarazioni bellicose del Pdl si è subito interrotta. Questa mattina, in una pausa dei lavori del vertice coi prefetti della Sicilia dedicato al problema dei flussi migratori e dell’accoglienza a Siracusa, Alfano ha voluto rassicurare il capo dello Stato ricordando che, come il Cavaliere ha sostenuto Mario Monti alla guida del governo tecnico, con lo stesso senso di responsabilità sta garantendo l'appoggio al premier Enrico Letta. Insomma, ci tiene a sottolineare l'ex Guardasigilli, che da due anni sta sostenendo governi che non sono guidati "né da lui né da esponenti del Pdl". Non solo. Alfano ha anche anche ricordato che il governo Letta è stato "fortemente voluto" da Berlusconi e dal Popolo della libertà mentre l'allora leader del Partito democratico, Pier Luigi Bersani, "indugiava in improbabili accordi con i grillini e faceva di tutto per far perdere tempo al Paese".

A questo cosa deciderà Berlusconi - se rimettere nel cassetto il videomessaggio e rinviare ancora l’apertura della crisi oppure andare allo scontro con il Colle - nel partito ancora non lo sa nessuno. "Una decisione del genere Berlusconi la prende solo con la sua famiglia, e con i vertici delle sue aziende. Perchè in ballo c’è la sua libertà", sottolineano fonti vicino a Palazzo Grazioli. D'altra parte, un ruolo preponderante in questa partita ce l'hanno anche i democratici.

"Il governo cade? Dipende dal Pd e da Napolitano", ha spiegato Daniela Santanché che, ai microfoni di Radio Capital, ha invitato Napolitano ad agire con lo stesso senso di responsabilità portato avanti dal Pdl in questi mesi. "Per Napolitano è il momento dell’attuazione di questa responsabilità - ha spiegato la Santanchè - non solo della richiesta".

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