Il riciclaggio è un fenomeno di portata mondiale. La criminalità organizzata dispone di ingenti capitali di origine illecita, che vengono frequentemente reimmessi nel circuito delle attività economiche lecite per acquisirne il controllo e consolidare il potere sul territorio nazionale ed internazionale. Secondo recenti stime, sono circa 160 miliardi di euro i soldi frutto di operazioni di riciclaggio in Italia solo nell'ultimo anno. Una cifra che ammonta al 10% del Pil nazionale italiano.
Per far fronte a questo fenomeno, la collaborazione del sistema bancario è un punto focale sia nella lotta al riciclaggio, sia nella discussione che ruota intorno alla normativa antiriciclaggio. Le banche si sono organizzate al loro interno con meccanismi di controllo sempre più sofisticati, dando vita ad un sistema efficace nella lotta al riciclaggio di denaro. L'importanza della cooperazione bancaria nella lotta a questo fenomeno diventa sempre più essenziale. La banca non opera più, infatti, solo per evitare il proprio coinvolgimento nell'accettazione di denaro proveniente da fonti illecite o da attività criminali, ma contribuisce attivamente anche fornendo un aiuto concreto alle Autorità di vigilanza e giudiziarie nella fase investigativa. Solo nel 2012 la Uif (Unità di Informazione Finanziaria) ha ricevuto 67.047 segnalazioni di operazioni sospette (Sos), con un incremento, rispetto all'anno precedente, del 36,6%. Nel secondo semestre del 2012 il numero di segnalazioni sospette totali ricevute è stato pari a 32.751 di cui 28.730 provenienti da banche (73,4% del totale) e da poste (per il 17,8%). Di queste ultime: 28.628 segnalazioni di operazioni sospette per riciclaggio di denaro, 85 per finanziamento del terrorismo e 17 per finanziamento dei programmi di proliferazione di armi di distruzione di massa.
Un incremento annuale esponenziale di Sos dovuto anche ad un'importante azione condivisa contro il riciclaggio che è stata svolta dall'Unione europea e dalla Svizzera, nella direttiva 2005/60/CE tradotta, in Italia, nel decreto legislativo n. 231 del 21 novembre 2007, che a breve sarà revisionato.
«Questa normativa - spiega l'avvocato Sabrina Galmarini, partner dello Studio legale La Scala - ha accresciuto la sensibilità dei soggetti obbligati, tra cui le banche, nell'individuazione delle operazioni a rischio e ha stimolato il dialogo fra istituzioni e autorità. È chiaro che senza la piena collaborazione delle banche, gli sforzi messi in atto non potranno che portare ad un risultato minore».
Ma c'è da chiedersi anche a che punto sono effettivamente le banche italiane. Come hanno impostato i presidi organizzativi e di conformità normativa? Quali sono le differenze tra intermediari di diverse dimensioni?
Di questo si parlerà oggi alle 17, presso la sede dello Studio legale La Scala in via Correggio 43, a Milano, alla presentazione del nuovo volume Guida ai Presidi Antiriciclaggio in Banca (Bancaria Editrice).
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