Tempismo perfetto. L'annuncio del ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, il 13 settembre scorso: da quest'anno la scuola entra nel futuro, sarà digitale, ci sarà un computer per ogni classe, la banda larga, i registri elettronici, sparirà la carta e risparmieremo un sacco di soldi.
La circolare della Direzione generale degli studi del 12 settembre scorso: dal 20 ottobre ben 3.800 scuole resteranno senza internet. Dunque, per capirci, c'è una Direzione generale che il giorno prima dell'apertura dell'anno scolastico taglia l'intagliabile, cioè Internet.
Il giorno dopo, a scuole aperte, il ministro Profumo pubblicizza mirabolanti innovazioni tecnologiche alla stampa raccogliendo il consenso generale. Ma cos'è, uno scherzo? No, è la realtà della spending review che lascia però l'amaro in bocca per la profonda contraddizione di questa vicenda. La notizia è talmente paradossale che abbiamo chiesto lumi al ministero.
Per caso L'Unione degli studenti, che ieri ha diramato la notizia, ha preso un grosso abbaglio?
Macché, è tutto vero, dicono all'ufficio stampa. C'è una nota ufficiale in cui si comunica che «dal 20 ottobre 2012 saranno dismesse tutte le linee ministeriali Fastweb del progetto SPC per le 3800 scuole interessate». E non è previsto nessun finanziamento alle scuole interessate in modo che possano ripristinare un nuovo collegamento.
Ma perché questo brusco taglio e così poco appropriato? In pratica, spiegano al Miur, questa convenzione è diventata carissima. Era stata attivata quattro anni fa quando i canoni erano alle stelle perché poco diffusi. Ora, i costi per le connessioni si sono abbattuti e possono accollarseli anche le scuole in modo autonomo, spendendo molto meno di quanto abbia fatto il ministero in questi anni.
«Per dare Internet alle segreterie di 3800 scuole - racconta Emanuele Fidora, direttore generale del Miur - abbiamo speso sei milioni di euro. Un'assurdità rispetto ai prezzi che girano sul mercato. Ora ogni segreteria scolastica può connettersi con soli trenta euro al mese». Ma dove li prendono i soldi gli istituti che sono quasi alla canna del gas? «Molti si lamentano senza però menzionare gli aumenti che sono stati fatti da questo governo - aggiunge Fidora - Abbiamo raddoppiato il fondo di funzionamento, quello che il ministero passa alle scuole per la gestione ordinaria, ed è aumentato di 40 milioni di euro».
Il direttore snocciola altre cifre per far capire che l'inversione di tendenza c'è stata, nonostante lo scivolone della connessione Internet: «Le spese di funzionamento scolastiche erano 110 milioni di euro nel 2011, quest'anno sono diventati 200 e nel 2013 saranno 240». Insomma, alla fin fine, queste 3800 scuole dovranno mettersi il cuore in pace e non protestare. Anche perché gli altri 7000 istituti italiani non sono mai stati sovvenzionati dal ministero direttamente. E dunque «non è giusto continuare a sostenere l'intervento economico in favore di alcuni istituti - si legge nella circolare - perché costituirebbe discriminazione nei confronti della restante maggior parte delle scuole».
Ma un taglio è pur sempre un taglio. E i dirigenti diventano insofferenti visto che lottano ogni giorno per far quadrare i conti anche per comprare i rotoli di carta igienica. Poi ci sono gli studenti a dar man forte.
La loro arma preferita è l'ironia: «Altro che digitalizzazione e scuola 2.0 - dicono all'Unione degli Studenti - è uno scandalo che dall'inizio dell'anno scolastico il Ministero proclami l'arrivo della scuola dell'innovazione, mentre nel concreto proseguono i tagli alle scuole. Attraverso queste scelte, ben 3800 scuole del paese saranno tagliate fuori dall'utilizzo di internet, ovvero quello che anche l'Onu ha dichiarato un diritto inviolabile».
Da qui la richiesta: «Pretendiamo subito che il Ministero garantisca alle scuole l'utilizzo di internet, e queste spese non vadano scaricate sugli studenti con l'aumento dei contributi volontari».La risposta del Direttore generale? «Tutti avranno Internet e le scuole che avranno bisogno del satellitare per connettersi in rete avranno il sostegno del Miur che spenderà ben 300 euro al mese per sovvenzionarle».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.