Amato racconta la "grande schifezza": ecco come abbiamo distrutto l'Italia

Amato confessa: "Abbiamo usato la spesa pubblica per fini politici". Così ha portato il debito oltre il 100%

Giuliano Amato a Palazzo Giustiniani
Giuliano Amato a Palazzo Giustiniani

Nel 2013 il pil italiano è sceso sotto i livelli del 2000, mentre il debito pubblico è volato al record storico. Stando all'ultimo report dell'Istat, che la settimana scorsa ha messo nero su bianco la situazione dei conti pubblici, lo stock del debito pubblico ha raggiunto il top dall’inizio delle serie storiche confrontabili nel 1990 volando al 132,6% del pil. Come si è arrivati a questa percentuale monstre che taglia le gambe agli italiani e mina la stabilità del Bepaese? Dal 1980 alla fine della Prima Repubblica il rapporto tra debito e pil è drammaticamente passato dal 60% a oltre il 100%. Un'escalation violenta che vede sul banco degli imputati la politica clientelare dei socialisti e, in particolar modo, le misure economiche di Giuliano Amato, l'alter ego di Bettino Craxi che, dopo aver razzolato i risparmi degli italiani varando notte tempo il prelievo forzoso del 6 per mille dai conti correnti bancari, oggi siede alla Corte costituzionale.

Nel 1980, quando a Palazzo Chgi sedeva Arnaldo Forlani, il rapporto debito-pil viaggiava intorno al 58%. Nel giro di una decina d'anni diccì e socialisti usarono il debito pubblico per combattere il Pci alle urne. Nel 1986 il governo Craxi porta il debito all'84,5%; nel 1988 il governo De Mita lo alza al 90,5%, nel 1991 il governo Andreotti lo porta al 98%. A sfondare la soglia psicologica del 100% ci pensa il Dottor Sottile portando il rapporto debito-pil al 105%. Come riporta il Corriere.it, nel libro Ammazziamo il Gattopardo Alan Friedman è andato a chiedere proprio ad Amato per quale motivo, anziché fare le riforme, hanno preferito gonfiare la spesa pubblica lasciando al Paese un debito insostenibile e, soprattutto, insanabile. Con estrema tranquillità l'ex presidente del Consiglio ammette che socialisti e democristiani hanno usato la spesa pubblica a scopi elettorali. La regola è semplice: "Qualunque spesa pubblica il Pci avesse offerto o promesso - spiega Amato - socialisti e Dc avrebbero offerto una lira in più". In questo modo, usavano la spesa pubblica, che lievitava di anno in anno, per attirare sempre più voti.

Amato, ex consigliere economico di Craxi e presidente del Consiglio nel 1992, spiega anche per quale motivo nessun governo abbia fatto le riforme strutturali di vasta portata che oggi vengono chieste dall'Unione europea. "La questione è più culturale che politica - spiega nell'intervista rilasciata a Friedman - se qualcosa è necessario e tutti capiscono che è necessario, si fa; se qualcosa è necessario ma pochi accettano che sia necessario, è molto più difficile da fare, salvo che nei cosiddetti momenti di emergenza". E questo perché da una parte il Miracolo italiano generò l'illusione che la crescita del secondo Dopo Guerra potesse continuare per sempre, dall'altra perché nessuno ha realmente capito cosa significasse entrare nell'euro. "Gli italiani - aveva detto tempo fa D'Alema - non hanno capito che entrare nell'euro non è arrivare a un traguardo ma salire su un ring". Per Amato è stato ancora peggio: "Noi siamo saliti sul ring e ci siamo messi nell'angolo...".

Friedman rispolvera una vecchia intervista all'Herald Tribune. Era il 2000 e Amato incolpava proprio Massimo D'Alema per le riforme mancate. "Non posso fare le riforme - spiegava - altrimenti D'Alema mi farà fuori nel giro di due minuti". Insomma, anche quando tra il 2000 e il 2001 Amato era tornato al governo, non aveva avviato le riforme solo per fini elettorali.

E questa è l'Italia disastrata che la Prima Repubblica ci ha lasciato in eredità. Qualche miglioramento c’è stato durante i governi Berlusconi e Prodi, ma oggi il rapporto è arrivato a un livello del 132,6%. Solo la Grecia fa peggio di noi.

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