Ambiente, province, costi della politica e sanità. In Sardegna il M5S smentisce sé stesso

Nell’Isola, negli ultimi mesi è montata una protesta contro l’eolico che la governatrice Alessandra Todde ha subito cavalcato

Ambiente, province, costi della politica e sanità. In Sardegna il M5S smentisce sé stesso
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Ambiente, province, costi della politica e sanità. In Sardegna il M5S smentisce sé stesso. Nell’Isola, negli ultimi mesi è montata una protesta contro l’eolico che la governatrice Alessandra Todde ha subito cavalcato. Il proliferare di progetti a favore dell’eolico ha spaventato gli ambientalisti che hanno ingaggiato una lotta contro le pale che deturperebbero il paesaggio. Una proliferazione nata nel 2021 quando il governo Draghi emana una decreto che semplifica l’iter burocratico per le rinnovabili. Todde, che all’epoca era viceministro del Mise e guidava un comitato sulla transizione ecologica, adesso ha fatto mea culpa: “Non mi sono probabilmente accorta di quanto fosse complicato successivamente da gestire”. Il presidente grillino, quindi, ha fatto approvare una legge che prevede una moratoria di 18 mesi per l’installazione di nuovi impianti. Legge che è stata impugnata dal governo nazionale perché la norma eccede le competenze della Regione ed è in contrasto con la normativa statale ed europea.


“Poltronificio” è il nome con cui il M5S aveva ribattezzato la legge voluta nella scorsa legislatura dal centrodestra per incrementare gli staff della giunta regionale. Legge che il centrosinistra aveva promesso di abolire, ma ora che si trova al governo ha deciso di mantenerla. Ma non solo. Todde, appena insediata, ha nominato Jacopo Gasperetti, suo portavoce dai tempi in cui era viceministro al Mise, come “esperto tecnico” con un contratto da oltre 120 mila euro lordi l'anno e ha previsto una spesa totale di un milione di euro l'anno per il suo staff.

Ma il colmo dei colmi è che, con i grillini al governo, in Sardegna tornano le tanto detestate province contro cui il M5S delle origini si scagliava aspramente. L’Isola ha avuto
storicamente quattro province: Cagliari, Sasari, Nuoro e Oristano. Negli ultimi 20 anni circa ne sono state aggiunte quattro: Ogliastra, Gallura, Sulcis e Medio Campidano che, poi, erano state abolite. Ora, Todde le ha ripristinate attribuendo, inoltre, non solo a Cagliari ma anche a Sassari lo status di città metropolitane.
Infine, c’è la sanità che è stata affidata ad Armando Bartolazzi, oncologo romano di 63 anni. “Conosco qualcuno che pur non essendo sardo ha fatto un grande lavoro, si
chiamava Gigi Riva. Certo, i contesti sono differenti, ma io nel campo della Salute credo che, con l'apporto di tutti, potrò essere un ‘Rombo di tuono’”, aveva detto il neo-assessore nominato in quota M5S. Un paragone molto azzardato visto che Riva portò il Cagliari alla vittoria dello scudetto, mentre Bartolazzi non ha ancora presentato la tanto attesa riforma della sanità. Nel frattempo, la Regione ha stanziato di 5,4 milioni di euro per "incrementare la spesa per l'acquisto delle prestazioni sanitarie di assistenza ospedaliera e ambulatoriale da soggetti privati accreditati, al fine di ridurre i tempi di attesa per l'anno 2024”. Il M5S, strenuo difensore della sanità pubblica, quindi, smentisce ancora una volta sé stesso e si affida ai privati.


In seno alla maggioranza, poi, affiorano già i primi distinguo.

Roberto Capelli, leader del movimento locale La Base, ha chiesto scusa ai suoi elettori per aver consigliato loro di votare Todde: “In questi primi tre mesi di governo ha deluso e tradito tutte le aspettative in termini di azione politica, cambiamento del metodo e scelte di merito, ha superato il ‘mercato’ degli incarichi di tutte le passate legislature, calpestando l’impegno’ a suo tempo preso nel privilegiare competenza e merito, salvaguardando con attenzione la spesa pubblica”.

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