Roma - Quattro miliardi e 600 milioni. La cifra corrisponde all'aumento delle tasse sulla casa che - secondo gli Artigiani di Mestre - dovranno pagare i proprietari di casa quest'anno. Piccola coincidenza. I 4,6 miliardi sono «parenti prossimi» dei 4,5 miliardi che il governo conta di risparmiare attraverso la revisione della spesa, così da garantire (in buona parte) gli 80 euro al mese a chi guadagna meno di 25mila euro all'anno.
Nel complesso, dice la Cgia di Mestre, tra Imu, Tasi al 2 per mille e Tari, gli italiani pagheranno 32,5 miliardi. Per la Cgia, il peso complessivo delle tasse, delle imposte e dei tributi rischia di superare i 53,7 miliardi: un record. La soglia potrebbe essere raggiunta nel caso in cui l'aliquota media della Tasi sulle prime case si attesti al 2 per mille. «Un tempo l'acquisto di una abitazione o di un altro tipo di immobile - osserva il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi - costituiva un investimento. Ora, chi possiede una casa o un capannone sta vivendo un incubo».
L'analisi della Cgia di Mestre prende in considerazione un periodo storico, che parte dall'inizio della crisi economica e finanziaria. Una scelta statistica che punta a dimostrare come i governi che si sono alternati hanno utilizzato il bene-casa come il veicolo attraverso il quale scaricare il peso fiscale maggiore.
Se in questi ultimi 7 anni il prelievo legato alla redditività degli immobili è aumentato di poco (+1%), quello riferito ai trasferimenti di proprietà è sceso del 23%, a seguito della forte crisi che il mercato immobiliare ha subito in questi ultimi anni. Solo il gettito riconducibile al possesso dell'immobile ha subito un vera e propria impennata: se ipotizziamo - dicono gli artigiani di Mestre - che nel 2014 l'aliquota media Tasi sull'abitazione principale si attesti al 2 per mille, dal 2007 ad oggi il prelievo è destinato a crescere dell'88%. «Tra l'Imu, la Tasi al 2 per mille e la Tari - sottolinea Bortolussi - nel 2014 gli italiani pagheranno circa 32,5 miliardi. Questo importo incide sul prelievo totale per il 60%».
Stimolata dall'analisi della Cgia di Mestre, anche la Confedilizia si scaglia contro la tassazione sugli immobili. «Il passaggio dall'Ici all'Imu, con il contestuale, spropositato aumento dei moltiplicatori catastali, ha generato a carico di famiglie e imprese l'effetto di una patrimoniale straordinaria di 355 miliardi di euro. E con l'introduzione della Tasi a partire da quest'anno, sugli italiani graverà una patrimoniale pari al 25 per cento del Pil». Secondo Corrado Sforza Fogliani, presidente di Confedilizia, si tratta di «cose inaudite e da Stato incivile, specie se si considera, come risulta anche dai dati della Cgia diffusi oggi, che la tassazione è sempre meno legata alla redditività e sempre più al possesso di beni in sé, oltre che a basi imponibili catastali che, a seguito dell'introduzione dei moltiplicatori Monti, rappresentano valori assolutamente non in linea col mercato e con i prezzi odierni degli immobili».
I dati della Cgia vengono subito cavalcati da esponenti di Forza Italia: da Daniele Capezzone ad Annamaria Bernini, a Renata Polverini.
Benché il governo Renzi non abbia fatto ancora alcun provvedimento sulla tassazione (in generale) e su quella immobiliare (in particolare), il gruppo dirigente di Fi attribuisce i dati della tassazione sulla casa al governo in carica. Tant'è che i 4,6 miliardi in più vengono definiti la «patrimoniale di Renzi». Ed Elvira Savino osserva che l'attuale premier è sulla scia di Monti e Letta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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