dal nostro inviato a Torino
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Ti serve un vademecum robustamente progressista, fieramente indignato e facilmente populista, su cosa pensare e cosa dire sull'Italia al tempo del berlusconismo di ritorno? Bene, il Salone del Libro di Torino ti fornisce una comoda lezione formato famiglia, quella dell'Espresso-Repubblica, che ieri, nel giorno di picco di visitatori, nell'Auditorium più capiente del Lingotto e nell'orario di massimo spolvero, si è riunita per ri-raccontarci quali sono le facce presentabili, di solito le loro, e quelle impresentabili, cioè «gli altri», di questo strano Paese che sul palco predica sempre benissimo, mentre sotto razzolano gli ignoranti e i disonesti.
Sul palco ieri c'era il gotha dell'intellighenzia liberal-chic: Eugenio Scalfari, Roberto Saviano, Bill Emmott e Umberto Eco. A loro la missione pedagogica di spiegare come vanno davvero le cose in Italia nella politica, nella società, nei media e nella cultura.
Scalfari ha parlato per primo («Perché poi devo correre a presentare un libro». Il suo. «Ma non un libro qualsiasi - ha chiosato senza motivo il direttore dell'Espresso, Manfellotto - ma un Meridiano!»), e ha affrontato la «questione morale», da Berlinguer a Berlusconi, il cui sunto è stato: «Il punto non è che Fiorito ruba... Rubano tutti in Italia, anche gli uomini di Chiesa. Il punto è che c'è un demagogo che promettendo di fare volare gli asini, ottiene ancora 10 milioni di voti, e forse ha già recuperato nelle ultime settimane anche i sei milioni che aveva perso. E di chi sono questi voti? O di gente che aspetta ancora di vedere volare gli asini, cioè gonzi. O che si aspetta di ottenere qualcosa da chi può offrirgli molto, cioè i furbi. E gli italiani, che forse non sono intelligenti, sono però uno dei popoli più furbi che esistano...».
E se i gonzi sono quelli che credono agli asini che volano, chi sono invece i furbi - con un facile passaggio dalla classe dirigente alle mafie - lo ha chiarito Roberto Saviano, poiché «la furbizia è una regola del mondo criminale: è il talento che si ha per aggirare un vincolo, che è quello della legge». E qui Saviano ha ripetuto il teorema che da Gomorra arriva al traffico di cocaina: «La logica del capitalismo somiglia a quelle delle mafie», «la liquidità delle banche è data per la maggior parte dal narcotraffico», aggiungendo un inciso di giornata: «Affidare una carica come quella di sottosegretario a Gianfranco Micciché è una cosa incredibile. Lo so che è stato assolto da qualsiasi accusa, ma poiché ha una dipendenza, è ricattabile». Mai applauso fu più liberatorio.
Libero di dire quello che vede, di un Paese che però non capisce, Bill Emmott, fresco regista del documentario sulle condizioni disastrose dell'Italia Girlfriend in a coma, ha recitato seguendo il copione del grillismo-populista: «Se guardo cosa ha fatto Monti, cosa ha fatto il Pd e il Pdl, la sola luce che intravedo in fondo al tunnel è il Movimento 5 Stelle, l'unico che dà segni di voler realizzare un vero cambiamento in una situazione che avrebbe bisogno di una rivoluzione». Sarà Grillo a risvegliare l'Italia dal coma?
Chi, invece, mostra un encefalogramma piatto, è la Cultura. Come ha spiegato Umberto Eco. Il quale, a proposito di gonzi e furbizia, ha ripetuto che «Tremonti può darsi che sia intelligente, ma non è furbo: perché con la cultura si mangia eccome.
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