Noi rispettiamo profondamente la levatura di studioso, l'onestà intellettuale e la passione civile di Luciano Canfora, filologo, antichista, barone universitario, eminenza grigia dell'intelligencija rossa, ultimo marxista convinto d'Europa, uomo colto - purtroppo mai sul fatto sincero antifascista e ottimo antitarme.
Di lui abbiamo un'autentica ammirazione. Ci vuole temerarietà, coraggio e fanatismo per dare lui nazicomunista nello spirito
della neonazista nell'anima a Giorgia Meloni.
Ciò che invece troviamo stucchevole è il soccorso rosso militante scattato a sostegno del Professore da parte di una legione di leccazampe. Esempi. L'untuosa intervista della Stampa, giusto per reiterare il reato («Meloni neonazista? Glielo ridirei»), l'oleosa rubrica di Gramellini per difendere il collaboratore del suo giornale, l'appello di solidarietà firmato da 250 tra cittadini e associazioni, tra cui Anpi, Cgil e Arci, ormai contemporanee degli Equi, Volsci e Sabini, e persino poteva mancare? - la professoressa Di Cesare, già solidale con l'ex brigatista Balzerani.
Ci
fosse ancora la Murgia, avrebbe buttato giù un pamphlet al volo.Tutte cose che, restando alla querela, dimostrano come a volte la destra sbagli a fare le cose giuste. Ma la sinistra è sempre infallibile nel commettere errori.
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