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"Auguriamo il peggio alle politiche...". Sea-Watch fa un passo indietro dopo le polemiche ma non si scusa

Il goffo tentativo di riparare al messaggio scomposto e rivelatore contro Meloni e Piantedosi da parte di Sea-Watch ha dimostrato ancora una volta la vera natura dell'organizzazione

"Auguriamo il peggio alle politiche...". Sea-Watch fa un passo indietro dopo le polemiche ma non si scusa
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Pronto passo indietro della Ong tedesca Sea-Watch dopo le forti polemiche relative alle esternazioni affidate ai social. Nella giornata di ieri, mentre il presidente del Consiglio e il ministro degli Interni erano impegnati a Tripoli, infatti, dai profili tedesco e inglese dell'organizzazione è stato augurato loro "dal profondo del cuore tutto il male immaginabile". Parole violente e censurabili, contro le quali si sono espressi diversi componenti del parlamento italiano e la stessa Giorgia Meloni, che comunque assicurato che il governo "continuerà a lavorare per fermare la tratta di persone, l'immigrazione clandestina e le morti in mare. Che a loro piaccia o meno". Colpiti dal clamore mediatico delle loro dichiarazioni, rilanciate in prima istanza da questa testata, in serata dalla Ong hanno aggiustato il tiro, forse anche perché consigliati in tal modo.

Senza chiedere scusa, ma utilizzando il profilo italiano X a loro disposizione, hanno pubblicato una serie di post in cui con i quali vorrebbero lasciar credere che siano state fraintese le loro parole. Un tentativo banale e di scarsa efficacia, che dimostra solamente l'intento politico di queste organizzazioni, che si ammantano di fini solidali per cercare di ottenere copertura politica. Un circolo vizioso, alimentato da flussi imponenti di donazioni da parte di enti privati e governativi tedeschi utili a condurre sempre più migranti in Italia.

"Sea-Watch augura a Meloni, Piantedosi e alleati di vedere fallire i propri meeting e i propri accordi con assassini e torturatori, augurandogli il peggio a livello politico", si legge nella prima parte della nota. E ancora: "Come potremmo, d'altronde, non augurare il peggio a politiche che impediscono vie di accesso legali e obbligano chi fugge ad affidarsi ai trafficanti per attraversare il Mediterraneo? Come non augurare il peggio a politiche che prevedono che le persone migranti vengano bloccate, catturate in mare e rinchiuse in lager dove devono affrontare violenze e torture di ogni tipo?". Sono state tante le critiche piovute sulla Ong, che ci ha messo quasi 10 ore a intervenire, segno evidente che abbia dovuto trovare una exit-strategy al passo falso.

Ma, soprattutto, l'elemento notabile di tutta questa vicenda è uno. Per cercare di ripulirsi dopo aver augurato il male alla principale carica politica dell'Italia e al suo ministro degli Interni, per la prima volta la Ong ha parlato dei trafficanti di uomini. L'ha fatto su impulso del presidente del Consiglio, che nel rispondere al loro augurio ha sottolineato che Sea-Watch "non ha nulla da dire sugli scafisti che si sono arricchiti uccidendo migliaia di persone". Di tutta risposta, nell'ultimo messaggio di una lunga serie, i tedeschi scrivono: "Chi lucra su questi viaggi può arricchirsi grazie alle politiche di Meloni e alleati continuando a catturare, abusare ed estorcere denaro alle stesse persone più e più volte".

Un messaggio sconclusionato, che ad analizzarlo in profondità non può che dar ragione alle politiche di Meloni e dell'Ue.

Da tutta questa vicenda, un aspetto positivo c'è: Sea-Watch ha calato la maschera sui suoi veri intenti, ha dimostrato quali sono i suoi veri obiettivi. Chissà chi ha consigliato all'organizzazione di correre ai ripari in questo modo, forse temendo gravi conseguenze a livello di immagine. Ma il risultato ottenuto, come spesso accade, è peggio del silenzio.

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