Al termine di una seduta notturna fiume arriva l'ok da parte della Camera dei Deputati al disegno di legge recante disposizioni per l'attuazione dell'Autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione. 172 parlamentari hanno votato favore, 99 si sono espressi in maniera contraria mentre c'è stato un solo astenuto. Il provvedimento era stato già approvato dal Senato. La sessione parlamentare in piena notte era stata richiesta dalla maggioranza di governo - a seguito del via libera al ddl sul premierato – con la proposta conseguentemente accolta tra le proteste delle opposizioni, che avevano accusato l'assenza via libera dei capigruppo. Solo due le interruzioni: alle due della notte e alle quattro e mezza, di dieci minuti ciascuna. In ogni caso, l'Autonomia ora è legge. "Più autonomia, più coesione, più sussidiarietà. Ecco i tre cardini del disegno di legge sull'autonomia differenziata approvato alla Camera - scrive Giorgia Meloni su X -. Un passo avanti per costruire un'Italia più forte e più giusta, superare le differenze che esistono oggi tra i diversi territori della Nazione e garantire gli stessi livelli qualitativi e quantitativi delle prestazioni sull'intero territorio. Avanti così, nel rispetto degli impegni presi con i cittadini".
Cosa è stato votato nella notte
Il disegno di legge presentato dal ministro per gli affari regionali, Roberto Calderoli, punta a concedere maggiore autonomia alle regioni a statuto ordinario che ne fanno richiesta. La proposta coinvolgerebbe settori come il commercio estero, l'energia, i trasporti, l'istruzione, l'ambiente e la cultura. Ruolo importante è giocato dai livelli essenziali di servizi (Lep) che devono essere assicurati a tutti i cittadini indipendentemente dalla regione di residenza: sicuramente molto dipenderà da quale asticella verrà fissata. Nel corso della notte, i deputati hanno approvato l'articolo 2 sull'intesa tra Stato e regioni (170 favorevoli, 105 contrari), il 3 sulla determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni (166-115), il 4 sul trasferimento delle funzioni, 166-114).
Ci sono stati altresì gli ok anche agli articolo 5, relativo alle risorse finanziarie (170-105), il 6 che attribuisce invece ulteriori funzioni amministrative agli enti locali (173-109), il 7 sulla durata delle intese e sulla successione di leggi (170-112), l'8 sul monitoraggio (174-113), il 9 per quanto riguarda le clausole finanziarie, il 10 per le misure di promozione dello sviluppo economico, della coesione e della solidarietà sociale e infine l'11 che prevede le disposizioni transitorie e finali. Sono stati respinti tutti gli emendamenti presentati dall'opposizione.
La Lega esulta
L'approvazione definitiva della riforma sull'Autonomia differenziata "è il coronamento di anni e anni di battaglie politiche della Lega, all'interno delle istituzioni e nelle piazze insieme ai militanti, con un voto che scrive una pagina di storia per tutto il Paese", dichiara a caldo lo stesso ministro Calderoli. Per Matteo Salvini si tratta di una "vittoria di tutti gli italiani" e ci sarà un'"Italia più efficiente e più moderna, con meno sprechi e più servizi a tutti i cittadini, da Nord a Sud". "48 ore senza mai chiudere occhio, oltre 230 voti, oltre 72 ore di commissione. Ma la soddisfazione ripaga tutto, perché oggi è un giorno storico. Ore 7:40 del 19 giugno 2024: l'autonomia è legge dello Stato!". Commenta così sui social in maniera visibilmente gioiosa il leghista Alberto Stefani. "Il più grande grazie va alla comunità militante della Lega a cui oggi possiamo dire: Ce l'abbiamo fatta", sottolinea il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari. In quella che lui considera una "giornata storica" per il Carroccio, il presidente dei deputati leghisti ringrazia sia Giorgia Meloni che "ha rispettato l'accordo di maggioranza", i partiti alleati del centrodestra e i parlamentari della Lega, quindi ha citato "chi questo percorso l'ha avviato e cioè Umberto Bossi e Roberto Maroni" oltre al ministro Calderoli che "ha dedicato la vita ai temi dell'Autonomia" e a "Matteo Salvini, un segretario che ci porta a questo risultato", conclude.
FdI alla sinistra: "Avete perso la faccia"
Nelle dichiarazioni conclusive di voto sull'Autonomia nell'emiciclo della Camera Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d'Italia, replica alle opposizioni ricordando che "tutti i governi hanno messo tra le priorità una legge che desse concreta applicazione all'articolo 116 della Costituzione". Anche perché la riforma costituzionale del Titolo V - ricorda - fu voluta dalla coalizione di centrosinistra nel lontano 2001 e passò con appena tre voti di differenza in Parlamento. E questa legge è figlia di quel provvedimento. Nella parte finale del suo discorso arriva l'attacco diretto ai partiti di sinistra: prima alla segretaria del Pd Schlein che era "vicepresidente della Regione Emilia-Romagna" quando Stefano Bonaccini sollecitò al governo nazionale 13 nuove materie da trasferire nella sua area, poi all'intero campo largo quando aveva messo l'Autonomia come priorità del governo giallorosso: "È inutile menare il can per l'aia, vi abbiamo preso con le mani nella marmellata. Altro che 'maschera e voltò, voi siete solo maschera, il volto l'avete perso da tempo. Uno, nessuno e centomila... Buona fortuna, camposanto".
Le richieste di Forza Italia
Forza Italia si associa ai festeggiamenti e, dal canto suo, si è limitata a presentare in Aula quattro ordini del giorno. Il partito guidato da Antonio Tajani chiede al governo di impegnarsi ad "applicare in maniera rigorosa" la possibilità dell'esecutivo di "limitare l'oggetto del negoziato ad alcune materie o ambiti di materie individuati dalla Regione", per garantire la "tutela della dell'unità giuridica o economica dello Stato". Un altro odg chiede che gli interventi con cui il governo fisserà i Lep nei prossimi due anni siano accompagnati da "una relazione tecnica, per consentire una verifica anche in sede parlamentare tanto delle implicazioni finanziarie del trasferimento". L'esecutivo dovrebbe poi impegnarsi a "non avviare negoziati su atti di iniziativa delle Regioni" e a non procedere negli eventuali negoziati già iniziati "fino alla definizione dei relativi Lep". Infine, la valutazione dell'"opportunità" di fare un'analisi di impatto quando si trova a dare alle Regioni delle materie su cui non sono previsti i Lep.
Protestano le opposizioni
Dopo il dibattito incandescente (e fisico) della scorsa settimana, la seduta notturna a Montecitorio non è stata caratterizzata da momenti di particolare tensione emotiva. Restano in ogni caso le forti contestazioni delle opposizioni. Elly Schlein parla di un "secondo atto di un vergognoso scambio fatto sulla pelle delle italiane e degli italiani". La segretaria del Partito Democratico gustifica l'urgenza imposta dal governo Meloni come un ottenimento dello "scalpo del sud, per un cinico baratto della Lega". "Avremmo voluto dibattere con serietà e serenità il ddl sull'Autonomia differenziata, ma questo ci è stato impedito dalla maggioranza fin dall'esame in Commissione: il parlamento è stato violentato – dichiarano i deputati del Movimento 5 stelle in un comunicato –.
La maggioranza ha deciso di approvare il provvedimento con il favore delle tenebre". Nicola Fratoianni parla "dell'ennesima forzatura del tutto inutile, un segno di arroganza".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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