Pianti, applausi e abbracci. Il sindaco di Bari Antonio Decaro è il nuovo eroe della resistenza. Il Pd si mobilita in difesa del «soldato Decaro», dopo la decisione del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi di spedire una commissione d'accesso al Comune di Bari per verificare eventuali infiltrazioni della mafia nella gestione dell'amministrazione comunale in seguito a un'inchiesta per voto di scambio che tocca alcuni consiglieri comunali. Il martire Antonio prepara in Municipio il set cinematografico: telecamere, diretta social e lacrime. E poi la parete ricoperta con gli strappi di giornali che riportano le notizie di minacce rivolte al sindaco. È la cornice perfetta, per lanciare l'affondo contro il governo: «Ci prepariamo a un'azione di legittima difesa», esordisce il primo cittadino barese. Che nel finale del monologo sforna il colpo a effetto: «Se c'è anche un solo sospetto di infiltrazione della criminalità nel comune di Bari io rinuncio alla scorta. Sono sotto scorta da nove anni, torno a vivere. Non posso essere sindaco antimafia e avere la commissione di accesso in comune». Decaro mette nel mirino i parlamentari del centrodestra: «Sono come gomorra». Sul caso Bari la sinistra fiuta l'aria. È l'occasione ghiotta per indossare i panni della vittima. Subito parte la richiesta: «Il governo venga in Aula a riferire». Si unisce anche Matteo Renzi. E così al fianco di Decaro si schierano i big. Scendono in campo tutti. Anche i nemici interni del sindaco di Bari che sogna di strappare la leadership alla segretaria. È proprio Elly Schlein a dare fiato alle trombe: «Rimaniamo basiti rispetto alle modalità con cui il ministro Piantedosi ha annunciato la nomina della Commissione per la verifica dello scioglimento del comune di Bari. Una scelta che, arrivando a tre mesi dalle elezioni, sembra molto politica, facendo seguito all'iniziativa di alcuni parlamentari della destra e di due membri del governo e non avendo nemmeno esaminato la documentazione presentata dall'amministrazione del sindaco Decaro. Non si era mai visto ed è molto grave» attacca la segretaria. Con la leader si muove tutta la segreteria, dal responsabile Enti Locali Davide Baruffi al responsabile Economia, Antonio Misiani. La responsabile Giustizia Debora Serracchiani avverte: «La decisione del ministro Piantedosi lascia interdetti nei tempi e nei modi e sembra giustificata unicamente da ragioni politiche. Una decisione grave e inaccettabile». Non manca nessuno all'appello: Fassino, Boccia, Emiliano. La chiamata alle armi è scattata.
«Faccio una preghiera a tutti: distinguete le attività istituzionali dalle campagne elettorali perché lo spettacolo di tutto il centrodestra barese in ginocchio da Piantedosi a chiedergli di fare qualcosa per vedere di farsi dare una mano nelle prossime campagne elettorali è vergognoso» affonda Emiliano. Con Decaro si riaffaccia il governatore della Campania Vincenzo De Luca: «Un saluto affettuoso e cordiale alla città sorella di Bari, offesa in questo momento da iniziative che non meritano commento».
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