La speranza, uno, se non ce l'ha, mica se la può dare. Altrimenti Roberto Speranza avrebbe provato a correre per la presidenza della Basilicata. E invece...
L'altro giorno il deputato del Partito democratico, e già ministro della Salute negli anni del Covid, ha fatto sapere che lui, potentino e poltronista, non si candiderà alla guida della sua regione. Ovviamente il timore di un flop non c'entra. Il motivo è che i no-vax lo minacciano di morte. Lo ha detto sui social. E i social il cui responso è più impietoso di quello delle urne gli hanno subito risposto. Si chiamano reazioni avverse.
Domande che si è posto il web: «Ma il fatto che non lo voterebbe nessuno può avere influito sulla decisione?». «Vale la regola secondo cui se un posto non è sicuro, va rifiutato?». «Ma allora perché si è candidato in Parlamento?». «Forse che nell'improbabile eventualità di vittoria deve poi amministrare una Regione e quindi lavorare?». «C'entra qualcosa il fatto che in Basilicata lo conoscono troppo bene per votarlo?». «Un dubbio: non è che in Parlamento ha l'immunità, e in Regione no?».
Ma poi.
Speranza non è quello che la gente lo fermava in strada per ringraziarlo di aver salvato milioni di vite? Massimo Giannini, persino, si inchinò...Però, dài. Non disperiamo. Magari poi - immune alla dignità - cambia idea, si candida e vince. Chi può dirlo? In politica finché c'è Speranza c'è vita.
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