Cento giorni domani, lunedì 30 gennaio, per l’esecutivo di centrodestra guidato da Giorgia Meloni. Il primo, dopo diversi anni, ad avere un colore politico nitido. Tempo di bilanci quindi, sia per l’esecutivo sia per i leader dei tre partiti che compongono la maggioranza. Silvo Berlusconi, interpellato dal Messaggero, da un giudizio “positivo” al primo trimestre dell’esecutivo e cerca di tracciare la strada, ancora lunga, delle riforme.
I primi 100 giorni
Il bilancio del Cavaliere sui primi 100 giorni di Meloni è“positivo”. “Non ho critiche specifiche da fare. Ci vuole sempre, per lavorare bene insieme, un minimo di rodaggio”. Le parole del numero uno di Forza Italia smentiscono le presunte divisioni interne alla maggioranza e rispediscono al mittente le accuse strumentali dell’opposizione. “Mi sembra che i primi passi dell’esecutivo siano andati nella direzione giusta – precisa Berlusconi –e comunque gli obiettivi della nostra coalizione riguardano l’intera legislatura”.
Il leader di Forza Italia mette sul tavolo tutte le riforme concordate con gli elettori e scritte nero su bianco sul programma elettorale di centro destra: la riforma fiscale basata sul taglio delle aliquote e flat tax, la riforma della burocrazia, che “va tutta semplificata”, l’aumento delle pensioni minime a 1000 euro al mese e, dulcis in fundo, la riforma della giustizia.
Il nodo giustizia
Nella fattispecie, il premier Meloni ha imbastito, insieme al ministro Nordio, un cronoprogramma sulla riforma della giustizia. I nodi principali da sciogliere, se non riformare, sono tanti: la riforma dell’abuso d’ufficio, la rimodulazione dell’uso e delle pubblicazioni delle intercettazioni fino alla separazione delle carriere. La linea dell’ex pm veneto, ora ministro della Giustizia, si sovrappone con l’idea di giustizia del Cavaliere: “È innegabile che le idee del dottor Nordio sulla giustizia coincidono con le nostre idee, con quelle di Forza Italia”.
E sulle intercettazioni la posizione di Forza Italia, e in particolare di Silvio Berlusconi, è ancora più chiara: “Basta applicare l’art 15 della Costituzione: la libertà e la segretezza di ogni forma di comunicazione è un diritto che va garantito”. La limitazione di questo sacrosanto diritto può esserci “solo in casi assolutamente eccezionali, per ragioni di straordinaria gravità, come il sospetto di reati di mafia e terrorismo”.
Le elezioni regionali
Archiviato il primo giro di boa dei cento giorni di legislatura, il governo di centro destra si appresta ad affrontare il primo test elettorale dopo il 25 settembre scorso. L’occasione sono le consultazioni regionali del 12 e 13 febbraio nel Lazio e nella Lombardia. Il presidente di Forza Italia non vuole dare per scontato il risultato delle elezioni ma, al contempo, scende in campo per sostenere i due candidati:“Sono fiducioso che nel Lazio prevalga la voglia di cambiare dopo anni di immobilismo, Francesco Rocca e i candidati di Forza Italia, sono una garanzia di cambiamento”. In Lombardia, dove il candidato di centrodestra è Attilio Fontana, il Cav si dice “fiducioso che il voto continui a premiere i nostri trent’anni di buongoverno”.
Gli equilibri interni alla maggioranza non preoccupano Berlusconi, che rivendica il ruolo di Forza Italia:“Non esisterebbe un
centro destra senza i liberali, i cattolici, i garantisti, gli europeisti, gli atlantisti, che siamo noi di Forza Italia, senza il centro del Partito Popolare europeo che noi orgogliosamente rappresentiamo in Italia”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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