Bocchino, Cesa e Buttiglione Ecco chi rischia il posto nella lista del Professore

Monti ha detto chiaramente che non vuole candidare "i politici professionali". E Montezemolo lo spalleggia

Bocchino, Cesa e Buttiglione Ecco chi rischia il posto nella lista del Professore

Roma - Al salvatore (professore) bisognerà tributare sacrifici. La condizione posta da Mario Monti per la sua candidatura non riguarda solo l'agenda, ma anche i nomi. C'è già l'elenco delle vittime, gente che potrebbe scomparire sull'altare del nuovo centro in obbedienza al leader. Come se non fosse stato già evidente, il premier l'ha detto con grande chiarezza a Eugenio Scalfari: non sopporta i «politici fin da ragazzi e la gente ormai non sopporta più i politici professionali». Uguale: rottamiamoli. Pier Ferdinando Casini si è già mostrato disponibile a sfasciare il partito, ossia a rinunciare alla lista Udc, nel nome di un progetto montista. «È tutto nelle sue mani (di Monti ndr) - ha dichiarato la vigilia di Natale il leader dell'Udc - Sarà lui a decidere se sarà meglio procedere con una lista piuttosto che con più formazioni». Monti in questo momento subisce pressioni contrapposte. Dal centro «vecchio», che rivendica esperienza, e dagli ambienti che invece vorrebbero cambiare tutto. «In ogni caso - assicura uno dei fondatori di Verso la Terza Repubblica (movimento che fa capo a Luca Cordero di Montezemolo e al ministro Andrea Riccardi) - ci sarà una valutazione molto seria nei confronti di chi bussa alla porta, per verificare la coerenza del suo percorso e la corrispondenza con ciò che dice di rappresentare».

La permanenza di molti parlamentari di lungo o medio corso dipenderà da quanto si spenderanno i propri leader di riferimento per la loro sopravvivenza politica, uno sforzo che in questo momento pare minimo, a partire dallo stesso Casini. L'indice di rischio è maggiore per chi milita in parlamento da decenni, o per chi è inquisito, o per chi si è esposto troppo perdendo credibilità, senza dimenticare chi ha un passato neofascista. Uno dei possibili sacrificati è per esempio il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa, il quale in questi giorni ripete che le «regole» del nuovo agglomerato politico le deciderà Monti, ma le candidature le determineranno i partiti. Per ora promuove un cambiamento, ma senza parlare di sé: «C'è un dovere da parte di tutti noi di rinnovare le liste. Se fare una lista, due liste o tre liste lo vedremo nelle prossime settimane». Un altro udiccino poco gradito alla nuova dirigenza tecnica del centro politico, più che altro a Montezemolo, è Rocco Buttiglione, che pure è presidente dell'Udc. Lui si era già difeso qualche tempo fa: «Io vecchio? Non è un'epurazione», aveva chiarito. Ma l'attacco del sito Italiafutura, l'associazione che fa capo al presidente della Ferrari, era stato spietato: «L'Udc schiera una prima fila che, sia pure con grande rispetto per le persone e le storie individuali, di nuovo ha davvero poco: Cirino Pomicino, De Mita, Buttiglione, La Malfa, Pisanu e financo Renata Polverini».

Nel partito di Casini c'è anche una lista particolarmente scomoda per Monti, ed è quella degli indagati o i sotto processo. L'ex segretario amministrativo, Giuseppe Naro, è stato rinviato a giudizio nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti Enav per una presunta tangente da 200mila euro. Enzo Carra potrebbe essere molto a rischio per più d'un motivo: in politica non dalla seconda ma dalla prima Repubblica, ha una condanna per false dichiarazioni al pm all'epoca in cui era portavoce di Forlani. Solo due esempi.

Ma ad essere immolate potrebbe essere anche schiere di finiani. Posto che Gianfranco Fini non piace del tutto, se non poco, perché è stato pur sempre un fascista, alcuni suoi uomini rischiano ancor più di lui.

Il presidente della Camera si sarebbe speso molto negli ultimi tempi, per esempio, per tenere in campo Italo Bocchino, ma quello di Bocchino è un altro dei nomi poco graditi dalla nuova cabina di comando del centro, nonché dal suo salvatore Monti.

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