"Non mi vergogno, sono orgoglioso". Bonaccini il nostalgico del comunismo

Non solo un ricordo del proprio passato da militante del Pci, ma una rivendicazione del suo essere comunista. Il governatore dell'Emilia Romagna, in lizza per un posto da segretario del Pd, perde il pelo ma non il vizio

"Non mi vergogno, sono orgoglioso". Bonaccini il nostalgico del comunismo

Il lupo perde il pelo ma non il vizio, non c'è definizione migliore del vecchio proverbio per descrivere le dichiarazioni del governatore dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini, in lizza per un posto da segretario del Pd. Chi rappresenti il lupo è facile intuirlo, mentre il vizio è quello di sempre della sinistra nostrana: il comunismo. Dopo essersi fatto fotografare a Livorno sotto la bandiera rossa del Pci, oggi Bonaccini ha rilasciato un'intervista al Corriere della Sera definendosi “orgoglioso” di essere stato “un comunista emiliano” aggiungendo “non posso e non voglio dire di non essere mai stato comunista”.

Non solo un ricordo del proprio passato da militante del Pci, ma una rivendicazione del suo essere comunista e l'affermazione “il comunismo sovietico ha distrutto la libertà” che sembra tanto la classica giustificazione “l'idea era buona ma è stata sbagliata la realizzazione”. Si tratta di un approccio mai tramontato a sinistra che tende a salvare il comunismo come ideologia ma a prendere le distanze (non sempre a onor del vero) dalle dittature nate in suo nome. Ai compagni non sorge il dubbio che, se ogni governo nato rifacendosi al comunismo sia finito, chi più chi meno, a realizzare politiche liberticide o, peggio ancora, criminali, a essere sbagliata sia l'idea in sé oltre alla realizzazione. Dalla Cina alla Corea del Nord, dall'Unione Sovietica alla Cambogia, con sfumature diverse, l'esito drammatico è stato lo stesso.

Anche sulla ricostruzione della storia di Bonaccini si potrebbero avanzare numerose rimostranze: affermare che siano stati i comunisti italiani “a fare dell'Emilia una Regione tra le più ricche d'Europa”, significa dare una chiave di lettura che non corrisponde al vero. Sono stati i cittadini, i lavoratori e soprattutto gli imprenditori, a rendere l'economia emiliano romagnola un'eccellenza, non il Pci. Lo stesso vale oggi in un territorio in cui le imprese ottengono risultati eccellenti nonostante il Pd, non grazie ad esso.

Dopo aver rivendicato il proprio passato comunista, Bonaccini passa all'attacco di una

destra giudicata pericolosa perché rappresentante di “un sovranismo amico di Paesi che hanno torsioni autoritarie, come l'Ungheria”. Prima di giudicare gli altri bisognerebbe guardare in casa propria.

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