Al Palazzo i privilegi, a lavoratori dipendenti e pensionati le briciole. Non bastavano le quisquiglie del taglio del cuneo fiscale introdotto dalla legge di stabilità (con una busta paga più "pesante" di appena 14 euro netti al mese), adesso è il momento delle pensioni. Lo scongelamento previsto per il 2014 porterà però soltanto un aumento di circa 20 euro al mese, lordi. In sostanza, operando un raffronto con l'anno passato avverrà che una pensione da 500 euro di quest'anno salirà a 506 euro l'anno prossimo. Per beneficiare di un incremento "maggiore", bisogna prendere una pensione di 900 euro, in quel caso l'aumento sarà di 10 euro mensili circa. Chi oggi incassa 1800 euro mensili di pensioni godrà nel 2014 di un aumento di 20 euro circa. È il massimo che si possa ottenere.
Niente di esaltante insomma. Nessuna pioggia di denaro. Un po' come avvenuta con il taglio del cuneo fiscale. Infatti all'epoca, un report della Cgia di Mestre svelàò la manovra del governo Letta, spiegando che i lavoratori dipendenti più "fortunati" sarebbero stati quelli con un reddito imponibile Irpef annuo di 15mila euro, pari ad uno stipendio mensile netto di 971 euro: il loro vantaggio sarebbe stato di 172 euro all’anno, tradotto in 14 euro mensili in più in busta paga. Invece, per un dipendente con un reddito annuo di 20mila euro, equivalente a uno stipendio mensile netto di 1.233 euro, il vantaggio fiscale annuo sarebbe stato di 151 euro (13 euro al mese). "Comprendo che il momento è difficile e risorse in cassa ce ne sono poche - spiegò il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi - tuttavia, ritenere che con queste cifre mensili nette si possa dare un po' di serenità alle famiglie è una chimera".
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